Giornate del cinema muto a Pordenone: il mondo di Charlie Chaplin fra comicità e malinconia

Domenica 5 ottobre, al teatro Verdi, la proiezione di rari materiali che lo ritraggono. Alle 14.30, l’evento speciale dedicato ai film giapponesi

Cristina Savi
Chaplin e Max Linder @RoyExport
Chaplin e Max Linder @RoyExport

In tempi in cui il peso del mondo sembra insopportabile ci sono artisti che ci ricordano l’importanza della leggerezza. Charlie Chaplin è uno di loro: il suo Vagabondo con bombetta e bastone non solo ci ha regalato risate indimenticabili, ma ha insegnato a guardare la realtà con occhi più indulgenti e umani. Le Giornate del Cinema Muto, che si sono aperte sabato 4 ottobre a Pordenone, hanno scelto di dedicargli “The Chaplin Connection: Sei gradi di Charlie”, un viaggio nella Chaplin-mania che promette di essere fra i punti forti della rassegna. «La comicità è parte essenziale della guarigione e la risata è la colonna sonora della nostra umanità», dice il direttore artistico del festival Jay Weissberg, sottolineando che, dopo aver esplorato in passato le origini dello slapstick, le Giornate arrivano al cuore pulsante del comico moderno: Chaplin, visto nei suoi capolavori, nei riflessi che ha generato e nelle tracce intime della sua vita privata.

Chaplin con Winston Churchill @RoyExport
Chaplin con Winston Churchill @RoyExport

Il programma a lui dedicato, domenica 5 ottobre si apre alle 17.15, al Teatro Verdi, con “Sammy’s Scandalous Scheme” (1915) di Gilbert Hamilton, parodia esplicita dell’attore all’apice della sua fama: una commedia che racconta la “chaplinite” già diffusissima all’epoca, fra lettere d’amore e imitatori improvvisati. Seguiranno due curiosi cartoni animati, “Charlie in Turkey” (1919) di Otto Messmer, padre di Felix the Cat, e l’olandese “Charlie Chaplin’s Droom”, testimonianza di quanto il mito di Charlot fosse capace di superare confini e linguaggi.

Il cuore del programma sarà la proiezione di rari materiali concessi dal Chaplin Office, un tesoro che attraversa mezzo secolo, dal 1917 al 1966. Inquadrature scartate, filmati amatoriali, home movies degli anni Cinquanta, momenti di vita familiare che mostrano Chaplin come raramente lo abbiamo visto: danzante in giardino, in passeggiata a Torcello con la moglie, o circondato da amici illustri. Fra gli ospiti che appaiono in queste pellicole compaiono Max Linder, il music-hall star Harry Lauder, il campione di boxe Benny Leonard in un match improvvisato con Chaplin, persino Winston Churchill, immortalato sul set di “Luci della città” nel 1929.

Lo sguardo su Chaplin sarà arricchito da estratti di una recente intervista video che Weissberg ha realizzato con David Robinson, storico biografo del cineasta e direttore emerito delle Giornate, ulteriore tassello per comprendere un artista che seppe tenere insieme comicità e malinconia, satira e compassione. E non mancherà, giovedì, l’attesa anteprima mondiale del restauro del “Shoulder Arms (Chaplin soldato)”, film antimilitarista del 1918 recuperato dal MoMA di New York, in cui il Vagabondo affronta con ironia e coraggio le atrocità della guerra. «Vorremmo donare alla comunità di Pordenone – affermano i curatori di “Sei gradi di Charlie”, Steve Massa e Ulrich Ruede - ciò di cui oggi il mondo ha disperato bisogno: uno sguardo empatico e terapeuticamente comico sulla condizione umana, con un sorriso e, forse, una lacrima, secondo le parole di Chaplin».

Non solo Chaplin: la giornata di oggi si articola in una fitta rete di proiezioni dal primo pomeriggio fino alla tarda serata, che culmineranno - alle 21.15 - con "Der müde Tod" (Il signore delle tenebre, 1921) di Fritz Lang, presentato con le musiche di Ilya Poletaev. Successo internazionale del regista, scritto con Thea von Harbou (che fu anche sua moglie) il film intreccia amore e destino in un impianto narrativo a incastri, sostenuto da scenografie e costumi di altissimo livello, con Bernhard Goetzke nel ruolo della Morte. La giovane protagonista sfida il “Signore delle tenebre” per riabbracciare l’amato, ricevendo tre possibilità di salvare una vita, in un’opera che incarna lo spirito romantico ed espressionista della Repubblica di Weimar.

Alle 14.30, l’evento speciale dedicato ai film giapponesi realizzati su carta negli anni Trenta, una produzione alternativa e più economica rispetto alla pellicola, ma in continuità con l’antica tradizione artigianale nipponica. Il Duo Yumeno, formato da Yoko Reikano Kimura al koto (una sorta di cetra) e Hikaru Tamaki al violoncello, creerà un tappeto sonoro raffinato.

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