Gianni Borta: «Voglio lasciare un messaggio positivo alla gente»

UDINE. Un’invasione di colori per descrivere la natura, unica ed essenziale fonte di ispirazione. Gianni Borta regala tele che lasciano il segno, che ti piombano addosso con la loro vivacità e a cui non puoi resistere. Devi lasciarti trasportare da quelle tinte. Da ieri (e fino all’8 novembre), la Chiesa di San Francesco è illuminata di colori, grazie alla mostra “La natura selvaggia di Gianni Borta”: un regalo che la regione e Udine fanno all’artista friulano per festeggiare i suoi 55 anni di attività artistica. «Siete uno spettacolo – le prime parole del pittore davanti alle persone, centinaia, presenti all’inaugurazione –. Grazie a tutti, a voi presenti e a chi ha permesso tutto questo: nei miei viaggi in giro per il mondo ho parlato tanto della mia città e oggi finalmente Udine mi dedica una mostra, sono felice».
Nel presentare le sue tele, Borta parla di «un taglio autobiografico», per raccontare i vari periodi della sua vita, l’ambiente agreste della campagna, la ricerca di fiori e colori sempre nuovi, la storia dell’uomo e del suo rapporto con la natura.
I 55 anni di attività dell’artista non sono un appuntamento di poco conto. Per l’occasione si sono mossi, oltre al sindaco di Udine Furio Honsell («Borta è un genio che ha saputo tradurre la realtà con il colore»), anche il presidente della Provincia Pietro Fontanini («Non solo un artista, ma anche un uomo che è stato protagonista di lotte a favore del Friuli, vedi quella per l’Università») e il presidente del Consiglio Regionale, Franco Iacop («È la rappresentazione della creatività artistica della regione»).
Sorprese e omaggi, Borta, ieri, era il protagonista. Prima la lettera del critico Licio Damiani, letta dall’Assessore provinciale Francesca Musto, poi le parole di Franco Brevini, curatore della mostra, critico e giornalista del Corriere della Sera, hanno raccontato l’uomo, Gianni, la sua arte, la sua innata capacità di raccontare con i colori.
Nel ricordare la monografia-catalogo a lui dedicata, che accompagna l’esposizione («Un volume realizzato personalmente nella grafica, perché doveva avere l’anima del pittore»), Borta spiega che le sue opere d’arte «vogliono lasciare un messaggio positivo alla gente, perché dipingere è comunicare e trasformare la realtà con la vivacità del colore».
Abbracci, strette di mano, foto: la gente è li solo per lui e non vede l’ora di godersi i suoi quadri. «Sono stato nella Cappella Sistina la scorsa settimana, non c’era tutta questa ressa…», scherza un amico del pittore. L’amore della gente per Gianni è sotto gli occhi di tutti.
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