Friuli e Trieste set ideali per il grande schermo: da Montalbano a Schiavone a Menocchio

UDINE. Piccolo, ma essenziale. In altre parole, il nostro Friuli ha tutto. Sarà anche per questo che il 2018 è stato per questa parte di regione l’anno del riscatto, dal punto di vista cinematografico.
Se, infatti, fino a qualche anno fa Trieste si aggiudicava la quasi totalità delle produzioni cinematografiche e televisive portate in regione dalla Fvg Film Commission, il 2018 è l’anno che vede salire alla ribalta tutte le location regionali, Friuli in primis, offrendo al territorio un’incredibile occasione in termini di visibilità e popolarità.
Ma quello che si sta per chiudere è stato un anno record sia come numero di produzioni sia come indotto economico, che ha sfiorato i 17 milioni di euro. «In generale – conferma il presidente di Fvg Film Commission Federico Poillucci – il 2018 è stato davvero un anno eccezionale, sia per la quantità dei progetti ospitati e sia per l’altissima qualità degli stessi.
Progetti che stanno portando la nostra regione in giro per il mondo». Non solo grandi produzioni, ma anche piccoli gioiellini come “Menocchio”, capaci di conquistarsi il favore di pubblico e critica partendo da budget molto ridotti.
Il Friuli si è poi accaparrato due giganti televisivi come “Rocco Schiavone” e “Il Commissario Montalbano” (seconda volta che la produzione si sposta fuori dalla Sicilia), due delle fiction più di successo della storia della tv italiana, che hanno ambientato le riprese tra Cividale e Venzone portando il territorio friulano in casa di milioni di telespettatori in Italia e nei 60 paesi in cui vengono trasmesse in tutto il mondo.
Dalla televisione al cinema, le montagne del Friuli faranno da sfondo a ben tre pellicole in uscita l’anno prossimo. La prima è “L’indesiderato” con Aldo Baglio del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, affiancato da Angela Finocchiaro. Attesissimo anche “Paradise – Tutta un’altra vita” di Davide Del Degan che – reduce dal successo a Cannes con il documentario “L’ultima spiaggia” – ha scelto Sauris per ambientare il suo film d’esordio, girato tra ottobre e novembre.
Contemporaneamente, ma sulle montagne di Piancavallo, il regista Dalibor Matanic ha girato “Alba”, secondo capitolo della trilogia iniziata con “Sole Alto”, film che vinse il gran premio della giuria nella sezione Un certain regard al festival di Cannes nel 2015. Il 2018 è stato anche un anno di importanti ritorni, con in testa quello de “La porta rossa” che, con 3 milioni di telespettatori a puntata su Rai Due e la trasmissioni in oltre 100 paesi, ha restituito un’immagine accattivante e avvincente di Trieste.
«Tutte le fiction girate in regione hanno protagonisti molto amati e questo – continua Poilucci – fa sì che anche la nostra terra venga apprezzata dagli spettatori, con una ricaduta non solo economica a favore del territorio». Parlando di ritorni non si può non citare Gabriele Salvatores, per la quarta volta in regione: il premio Oscar è stato nuovamente a Trieste per girare “Se ti abbraccio non aver paura”, un road movie tra Trieste e le strade deserte dei Balcani, molto liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Fulvio Ervas. Sulla costa triestina è stata girata anche la serie “Il silenzio dell’acqua”, che sarà trasmessa in primavera su Canale 5 per la regia di Pier Belloni.
Oltre al già citato “Menocchio” di Alberto Fasulo, merita una citazione anche il film “Rosa Tempesta” di Katja Colja tra le produzioni che nascono proprio in regione, sviluppate e sostenute grazie anche all’ottimo lavoro del Fondo Regionale per l’audiovisivo.
Ultima, ma solo perché le riprese sono ancora in corso, è la nuova serie tv per Rai Due in 12 puntate dal titolo “Volevo fare la rockstar” del goriziano Matteo Oleotto. La serie sarà trasmessa in tv la prossima primavera in prima serata: un’esposizione mediatica senza precedenti per il territorio friulano che sarà sugli schermi italiani a partire da febbraio con “Il Commissario Montalbano” fino all’estate quando verrà trasmesso il film di Salvatores.
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