festa della patria del friuli

ISABELLA REALE. Ogni angolo della piccola patria a ben vedere svela paesaggi culturali dove natura e storia si intrecciano con caratteri unici. Tuttavia, diversamente da altri luoghi di questo vero e proprio museo all’aperto che è l’Italia, nella nostra regione sono ancora in gran parte da delineare gli itinerari legati alla mappatura del patrimonio artistico, architettonico e in genere paesaggistico. Di fatto, come non si può comprendere un monumento o una pala d’altare estrapolati dal loro contesto, e quindi musealizzati nel senso negativo del termine, così il paesaggio pedemontano, tra la val Cosa e la val d’Arzino, affluenti del fiume dei fiumi, il Tagliamento, non si può concepire se non punteggiato da chiese e castelli, attraversato da acque correnti e verdeggiante di boschi, ma anche modellato di argilla e pietra. Così lo dipinse Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone, sullo sfondo della sua dolcissima natività affrescata sulle pareti dell’Oratorio dei Battuti a Valeriano, e senza la pietra delle cave di Travesio e Pradis il Pilacorte non avrebbe di certo scolpito i suoi angioletti festanti, e soprattutto il più monumentale altare lapideo del Friuli per la pieve di San Martino di Vito d’Asio. Lo stesso vale per le vocazioni artigiane che qui si sono sviluppate, scalpellini, intagliatori, come quelli che hanno reso possibili le imprese ingegneristiche del conte Giacomo Ceconi di Pielungo, o i vasai che nel Cinquecento hanno modellato le ceramiche ora in mostra in Villa Sulis a Castelnovo del Friuli.
Questo e molto altro è ritracciabile nel sito http://itinerariculturali40.it promosso nel 2016 dall’associazione intercomunale “Val Cosa Val d’Arzino” per condividere e diffondere, in modo permanente e implementabile, il patrimonio che caratterizza questi paesaggi culturali in occasione dei 40 anni dal terremoto e in un più ampio contesto progettuale quando, ragionando sulla fragilità del patrimonio culturale, si è voluto nuovamente farne una leva per un ritrovato senso di comunità e di identità culturale. Il sito propone una serie di itinerari per ripercorrere i paesaggi culturali di Castelnovo del Friuli, vegliato dal suo castello e dalla chiesa di San Nicolò, che tra vigne e “bearzi” fioriti si espande nei suoi borghi tra colline argillose, di Clauzetto, il balcone del Friuli con i suoi panorami infiniti, annunciato da lontano dall’elegante chiesa di San Giacomo tra borghi e sentieri in pietra, di Pinzano al Tagliamento custode di preziosi cicli ad affresco tra cui la prima opera firmata e datata al 1506 di Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone, e di Vito d’Asio raggiungibile grazie alla strada regina Margherita che si snoda lungo le limpide acque dell’Arzino fino al castello da fiaba di Giacomo Ceconi conte di Montececon. L’iniziativa è stata resa possibile grazie a un gruppo di persone che hanno messo a disposizione le loro competenze e alla collaborazione di quanti intendono la cultura non come retaggio di privilegiati ma come patrimonio comune necessario per lo sviluppo e la coesione sociale dei nostri paesi.
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