Fare soldi per fare soldi, il Miracolo all’italiana secondo Bocca

Si ripubblica il famoso reportage sul boom economico italiano 
20090326 - MILANO - HUM - GIORNALISTI: ALFANO, DETERMINANTI PER SOCIETA' CIVILE - Il giornalista Giorgio Bocca oggi a Milano per il conferimento del premio "E' giornalismo". DANIEL DAL ZENNARO/ANSA /KLD
20090326 - MILANO - HUM - GIORNALISTI: ALFANO, DETERMINANTI PER SOCIETA' CIVILE - Il giornalista Giorgio Bocca oggi a Milano per il conferimento del premio "E' giornalismo". DANIEL DAL ZENNARO/ANSA /KLD

MATTEO LO PRESTI

«I giornalisti della mia generazione erano mossi da un motivo etico. Ci eravamo messi le tragedie alle spalle, il nostro era un giornalismo abbastanza serio. Oggi la verità non interessa piú a nessuno».

Si ripubblica,un po’a sorpresa, a distanza di cinquantasei anni il prezioso volume di Giorgio Bocca, “Miracolo all’italiana” (Feltrinelli, 9,50 euro) nel quale il coraggioso giornalista segnava con una inchiesta veritiera e insieme spregiudicata il tormentato itinerario di una società, come quella italiana, nel suo sviluppo capitalistico postbellico. Bocca nato a Cuneo nel 1920 una educazione fascista,tramutatasi nell’adesione ai valori della Resistenza militando nelle formazioni Giustizia e Libertà della Val Maira, aveva temperamento e prospettive indagatorie al limite del profetico. Il senso della riedizione del libro sta in alcuni riferimenti culturali di grande attualità,riassumibili nella riflessione: «La gente è più ricca, ma peggiorata culturalmente e intellettualmente».

Il viaggio nell’Italia del boom economico inizia a Vigevano con una riflessione ormai mitica: «Fare soldi, per fare soldi, per fare soldi: se esistono altre prospettive, chiedo scusa,non le ho viste. Di abitanti cinquantasettemila, di operai venticinquemila, di milionari a battaglioni affiancati, di librerie neanche una. Tutti ricchi, ma la vita a Vigevano è noiosissima,lo spettacolo, al di là dei tre giorni di opera lirica, di maggior successo è stato lo show della cantante Wilma De Angelis». Nell’Italia dei campanili Bocca fotografa il capitalismo italico come dilettantesco improvvisatore confusionario: un giudizio pessimo.

A Siena,raccontava «uno solo ha tentato di inserirsi nell’industria e gli è andata male, a fare gli agricoltori sul serio sono pochi, gli altri aspettano la manna dal cielo: costruiscono finti laghetti collinari per avere milioni di sussidi. E il Monte dei Paschi di Siena per quanto ricco non ha mai preso iniziativa coraggiose».

A Bergamo imperversa Carlo Pesenti quello di Italcementi che «sogna palingenesi al cemento: prati, boschi, strade, case, stanze – speriamo ci risparmi le mutande – di cemento». E le tasse? Tutti sospettati di essere evasori, uguale a oggi. E a Padova chi comanda? Tutti,nessuno, ma forse l’edonismo da denaro passato troppo in fretta alla civiltà delle macchine. E il “cumenda” milanese? Esilaranti, secondo Bocca,le modalità con le quali provvede all’arredo del cesso(sic!): «Riempi di marmo il tuo cesso e vivi felice». Conscio della sua ignoranza il capotribù affida alla famiglia il compito degli acquisti culturali. Da leggere il capitolo sulla Borsa di Milano: avidità,irrazionalità,inquietudini di un mondo multiforme e misterioso. Era la società del centro-sinistra,dell’Eni e dell’Iri.Un mondo ingenuo,non catastrofico come lo disegnava Pasolini che Bocca detestava. Veramente un po’ miracolato dalla voglia di rinascere dalla macerie della guerra.

L’inchiesta era apparsa sul Giorno, il quotidiano voluto da Enrico Mattei. Bocca aveva visto giusto. Ancora poco prima di morire nel 2011 aveva detto: «Siamo in una crisi di cui nessuno sa niente,nessuno sa quando è cominciata e quando finirà. Mai nella storia dell’umanità si era arrivati a una oscurità di questo genere». Le ombre del miracolo economico si sono allargate a dismisura e ne siamo oggi gli abitanti lacerati, mentre la politica, vedi Salvini,lavora solo sul fronte del pessimismo dirigista. Bocca, partigiano autentico, credeva nella lotta impari di ognuno contro il potere del denaro e della cecità etica. —

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