Faber e il dramma familiare che s’intreccia con la sua ricerca dei sentimenti

Sprint finale per Pordenonelegge con un ospite d’eccezione: nel giorno di chiusura del festival si presenta a un pubblico di affezionati e a tanti curiosi, Michel Faber, la penna olandese dell'indimen...

Sprint finale per Pordenonelegge con un ospite d’eccezione: nel giorno di chiusura del festival si presenta a un pubblico di affezionati e a tanti curiosi, Michel Faber, la penna olandese dell'indimenticabile successo internazionale “Il petalo cremisi e il bianco”. Ciò che piú colpisce di Faber è indubbiamente la sua personalità, indecifrabile in uno sguardo dalla parvenze assenti che si rivela poi essere invece di attentissimo osservatore, a tal punto proiettato nella realtà circostante da accorgersi e riflettere sul prematuro abbandono di una signora in seconda fila alla presentazione in piazza San Marco. “Il libro delle cose nuove e strane” segna il suo grande ritorno, ed è l’imbuto in cui finalmente far confluire tutta quella sensibilità per una bottiglia, metafora dell'esistenza. Il viaggio lontano da un amore, verso un pianeta nuovo e sconosciuto è il filo rosso di un libro a piú temi che è difficile classificare, forse solo i confini della fantascienza riescono a contenere una riconosciuta potenza narrativa di Faber. Tutto l'essere in divenire dell’autore fluisce – come egli stesso sottolinea – dal braccio e la penna nella carta fissa e immutabile, e con invidiabile e coinvolgente precisione trasmette sentimenti forti e spesso personalissimi. «Esistono tanti tipi di distanze tra due amanti. Mentre nel mio libro raccontavo una, ne vivevo un’altra: a mia moglie Eva veniva diagnosticato un male grave, e si prefigurava il rischio di una morte vicina e inevitabile. Improvvisamente ci siamo trovati a vivere su due pianeti diversi, il mio la Terra, il suo il Cancro. E sai che nel tuo viaggio non la potrai seguire». E allora il romanzo si immerge a esplorare l’animo di un personaggio che vuole intraprendere questo viaggio perché il suo creatore non può farlo. C'è di piú però: preso atto che le nostre esistenze sono segnate da una tragica e ineluttabile fine, Faber vuole scuotere il lettore a godere a pieno e con consapevolezza di quel bellissimo prodotto a scadenza chiamato per ciascuno di noi vita.

Gabriele Franco

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