Evento teatrale e documentario: due artiste celebrano Pasolini

Mercoledì a Cinemazero lo spettacolo “Come tanti fili d’erba” con Tiziana Bagatella. Poi il film “La rosada e l’ardilùt” realizzato dalla regista Roberta Cortella
Enri Lisetto

Serata pasoliniana con due artiste pordenonesi che si sono fatte strada nel mondo, mercoledì 14 alle 20.45, a Cinemazero di Pordenone.

Si parte con 45 minuti di spettacolo “Come tanti fili d’erba”, atto unico tratto da Radici di Francesco Ricci, interpretato da Tiziana Bagatella, attrice originaria di Polcenigo.

Radici – realizzato col contributo di Ente Friuli nel Mondo e Regione – nasce come atto unico ricavato dal romanzo Pier Paolo, un figlio, un fratello (nuova immagine, Siena 2016). La voce monologante appartiene, nella finzione letteraria, a un’amica di Susanna Colussi, madre di Pier Paolo Pasolini.

La frettolosa partenza della madre e del figlio da Casarsa, il 28 gennaio 1950, offre il pretesto all’amica per ricordare da un lato alcuni momenti dell’infanzia e dell’adolescenza del giovane poeta (la scoperta del Friuli materno, il legame col fratello, la passione per la pittura, gli amici), dall’altro per riflettere intorno al significato dell’essere madre, del perdere un figlio, del nascere in una terra di frontiera, del radicamento, della tradizione, della guerra.

La lettura di alcuni brani dell’atto unico è accompagnata dall’esecuzione di canzoni popolari e dalla lettura di alcune liriche in friulano e in lingua italiana (Supplica a mia madre) dello stesso Pasolini.

Allieva di Orazio Costa, Tiziana Bagatella è attrice di teatro, cinema, televisione e doppiatrice. Personalità artistica multiforme, ha prodotto, scritto e interpretato il cortometraggio Francesca. È autrice di un testo dedicato a Carlo Michaelstadter, filosofo goriziano. Da anni porta in giro per l’Italia un recital per voce recitante, orchestra e coro, tratto dal Magnificat di Alda Merini.

È una delle protagoniste della fiction C’era una volta la città dei matti per Rai Uno, sulla vita di Franco Basaglia, con Fabrizio Gifuni e Vittoria Puccini, per la regia di Marco Turco. Interpreta nel Francesco della Cavani per Rai Uno, il ruolo della madre di Santa Chiara.

È presente tra le altre nelle fiction Un medico in famiglia, La dottoressa Jo, Camici bianchi, La squadra, Il Commissario Rex, A un passo dal Cielo. Era la Maestra Maria Grazia Gagliardi in Un Posto al Sole e la Petroni nel Processo.

Allo spettacolo di Tiziana Bagatella seguirà la proiezione del documentario di un’altra artista pordenonese, Roberta Cortella, ovvero “La rosada e l’ardilùt”, girato nel Friuli del giovane Pasolini.

Nel periodo più cruento della seconda guerra mondiale, un brillante studente bolognese sfolla in un paesino della campagna friulana.

Qui scopre una lingua pura per la poesia, il friulano; qui apre una scuola per i figli dei contadini e lotta per diffondere cultura e speranza in un Friuli afflitto da miseria e bombardamenti.

Il suo nome è Pier Paolo Pasolini. 40 minuti di documentario in italiano e in friulano.

Il documentario racconta il periodo che il giovane Pier Paolo Pasolini trascorre a Casarsa, paese natale della madre Susanna. Quegli anni, come lui stesso affermò, «furono il momento più alto della mia vita». Sono gli anni di formazione culturale e poetica di un ragazzo geniale, avido di libri e cultura.

Rosada (rugiada) è una parola che viene da lontano, che con la sua sonorità antica affascina un Pier Paolo diciannovenne in una mattina assolata dell’estate del ’41, riportandolo ai poeti provenzali studiati all’università, a un’epoca mitica, all’albore delle lingue romanze.

Ardilut è il simbolo di quell’Academiuta di lenga furlana che Pasolini fonda nel ’45 assieme a una quindicina di figli di contadini, un cenacolo letterario dove tutti si cimentano a comporre versi in friulano.

L’ardilut è un’erba selvatica, emblema di una lingua antica radicata nella terra.

Roberta Cortella, nata nel 1968, è originaria di Montereale Valcellina. Nel 1997 si è laureata in Lingue e letterature straniere all’Università di Udine con una tesi in lingua e letteratura friulana sulle radici poetiche e culturali di Pier Paolo Pasolini.

Nel 1999 si trasferisce a Roma dove inizia a lavorare per diverse società di produzione in qualità di assistente alla regia. Grazie alla passione per lo storytelling, comincia presto a lavorare come sceneggiatrice e a sviluppare soggetti propri di documentari e docu-serie di cui segue spesso anche la regia. I suoi lavori vengono trasmessi da broadcaster italiani e stranieri .

Nel 2005 il suo soggetto “Living in a perfect word” viene selezionato da National Geographic Channel International per la serie “No Borders”. Alla serata, a ingresso libero, sarà presente anche Giuseppe Bertolini, il “nini”, originario di Versuta, allievo di Pier Paolo Pasolini.

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