Elvis Fior “folgorato” da Corona: niente cd ora è romanzo e-book

Il batterista della band friulana pubblica “Magico Alverman” Racconto in stile Stephen King ispirato dallo scrittore di Erto
Di Anna Dazzan

«Il mio modo di scrivere è lo stesso con cui compongo le partiture per la batteria. Butto giù tutto, praticamente vomitando quel che sento dentro, poi lascio sedimentare per alcuni mesi e infine riprendo in mano ciò che ho scritto cercandoci il groove». Elvis Fior, batterista trentacinquenne dei Carnicats ha da diversi anni nel cassetto alcuni romanzi e domani la sua opera “Magico Alverman” sarà pubblicata in formato digitale per l’etichetta indipendente ReddArmy. Il passo dal rullante ai tasti del pc non è però stato preparato a tavolino. È arrivato dopo che la strada da musicista era già definita e segnata, lasciando però ampio spazio a una fantasia d’artista alimentata dal fascino rude dei boschi di Verzegnis. «Ho sempre letto molto fin da piccolo e ho sempre guardato molti film, ma soprattutto c’è sempre stata la musica che, nel tempo, mi ha fatto conoscere nel piccolo della nostra regione». Nemmeno a farlo apposta, lo slancio, quella spinta inconscia che spesso serve per cimentarsi in qualcosa di nuovo, è arrivato proprio grazie alla musica. «Collaborando allo spettacolo “Tre uomini di parola” di Gigi Maieron, ho avuto modo di parlare molto con Mauro Corona e di chiedergli dove trovasse l’ispirazione per i suoi libri. Lui mi ha detto che è come quando un musicista scrive e lascia semplicemente andare le note. Ecco, dopo queste parole – ammette Fior – mi è successo proprio così». Il coraggio l’ha preso dopo le frasi di Corona (che viene anche citato nel romanzo «non solo con il suo cognome, ma anche tra le righe con i suoi concetti»), ma l’ispirazione per questa storia di fantasia è arrivata proprio in mezzo agli alberi della Carnia. «Sono uscito a correre nei boschi intorno a casa mia e bum! In un’ora è nata la storia». Una storia dove i protagonisti portano tutti addosso un po’ dell’autore, presente non solo nei tratti caratteriali, ma anche in quelli biografici, visto che l’intreccio che sta alla base del racconto prende vita proprio a Verzegnis. Il timbro narrativo si ispira a mostri sacri quali Stephen King o Michael Crichton, senza avere una reale ambizione emulativa ma limitandosi ad accarezzarne il tocco. «Ho sempre avuto un lato molto dark apprezzando, nei libri che leggevo e nei film che guardavo, le sceneggiature nelle quali la realtà si mescolava al soprannaturale. Un po’ come ha fatto Tim Burton con “Edward mani di forbice”, parlando della realtà, quella dove il diverso non viene accettato, come fosse una favola». Ecco che allora in “Magico Alverman”, che sarà presentato domani, alle 18.30 alla libreria Tarantola di via Vittorio Veneto a Udine (alla presenza di Fabrizio Barachino e di Fulvio RomaniN di ReddArmy), il racconto si srotola partendo da luoghi reali (il monte Verzegnis è percorso da un intricato sistema di grotte la più nota delle quali porta proprio il nome dello speleologo Alverman) e da fatti realmente accaduti. «Ho veramente un cugino francese – ci confida Fior - che mi ha veramente chiesto di seguirlo in quest’avventura di scoperta del magico Alverman!». Questo è l’incipit del racconto, che si dipana lungo una storia fantastica che ha come terreno di base un incontro di alcuni ex adolescenti e molti finali in cui le carte in tavola si mischiano continuamente. «Per ora con ReddArmy abbiamo optato per il formato digitale (“Magico Alverman” sarà disponibile da domani su iTunes e Amazon, n.d.r.) poi… chissà». E chissà che a questo romanzo non ne seguano altri a firma di Elvis Fior, batterista dei Carnicats e molto altro ancora.

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