Duecento anni fa nasceva Joppi, il medico bibliofilo di Udine

Romano Vecchiet

Il nome di Vincenzo Joppi, di qui il 28 maggio ricorreva il bicentenario della nascita, è indissolubilmente legato a quello della biblioteca civica, che diresse tra il 1878 e il 1900, appena dodici anni dopo la sua prima istituzione.

Anche se il merito della sua ideazione, tenace e appassionata, fu di un altro grande friulano, Jacopo Pirona (che la immaginò con splendida preveggenza fin dal 1832) – mentre quello della sua moderna impostazione può essere attribuito al nipote Giulio Andrea – la sua forte e prestigiosa caratterizzazione nel panorama delle istituzioni culturali friulane fu tutta del dott. Vincenzo Joppi: un medico bibliofilo a un certo punto innamorato, più che delle sue diagnosi, delle fonti storiche friulane che ricercava con inesausto interesse.

Tanto da creare, grazie a questa passione incomprimibile, un ricchissimo patrimonio librario e archivistico lungo gli scaffali di palazzo Bartolini.

E quando un concorso pubblico avrebbe dovuto decidere chi ne sarebbe divenuto il responsabile, Joppi non esitò a partecipare e lo vinse di diverse lunghezze sugli altri due concorrenti: Valentino Ostermann e Carlo Alberto Murero.

La coppia formata da Giulio Andrea Pirona, “conservatore” del Museo friulano e della biblioteca, delegato ai rapporti con l’Amministrazione, e da Vincenzo Joppi, che amava definirsi semplicemente “bibliotecario” e che si buttò a capofitto a raccogliere quanto di più raro e prezioso si affacciasse sul mercato librario attinente il Friuli e la sua storia, fu realmente straordinaria per gli effetti positivi che produsse.

Il rigore scientifico, l’esattezza e la passione per le scienze naturali di Giulio Andrea, bilanciavano una passione senza limiti per la ricerca storica e il forte desiderio di acquisizioni librarie di Vincenzo.

La biblioteca, istituita settant’anni dopo la “Hortis” triestina, con più di quarant’anni di ritardo anche rispetto a quella di Gorizia e quasi vent’anni dopo quella di Treviso, doveva evidentemente recuperare un gap enorme e Joppi si impegnò con tutto se stesso in questa missione, donando tra l’altro il ricco archivio e la preziosa biblioteca personale (sua e del fratello Antonio) alla biblioteca cittadina.

Una biblioteca che fin dal suo sorgere sembrava organizzarsi in una duplice direzione: recuperare l’antico (soprattutto i documenti sulla storia del Friuli), ma anche aggiornarsi sul contemporaneo, acquistando quanto di meglio l’editoria italiana, ma non solo, pubblicava in quegli anni.

Questo tenace sforzo nell’arricchimento del patrimonio bibliografico e documentale sembrò a un certo punto prevalere di gran lunga su tutto il resto.

Dove per “tutto il resto” vorrei che si intendesse l’attenzione per la catalogazione dei materiali acquisiti finalizzata a una loro più facile fruizione, o un altrettanto attento interesse per i bisogni dei lettori, ovvero per tutto l’insieme di operazioni che dovrebbero seguire necessariamente quelle acquisizioni.

Immensa è l’eredità di Joppi per i suoi studi storici e per quelli in ambito artistico e filologico friulano, oltre che per la costruzione del patrimonio della biblioteca cittadina, che subito si aperse a tutto il territorio, e notevolissima la colta consapevolezza che giustificava ogni sua scelta in tali ambiti di ricerca.

Ma certo la modernità di pensiero di Giulio Andrea Pirona, che aveva chiarissima l’importanza anche del pubblico di una biblioteca e di un museo, e vero regista del concorso vinto dallo Joppi, furono tutti meriti ineguagliabili, che coprirono anche ambiti di lavoro che allo Joppi interessavano certamente di meno.

Non gliene facciamo una colpa – come a un certo punto, alla fine della sua gloriosa carriera, un’ingrata amministrazione comunale sgarbatamente gli ricordò – ma spiegano un po’ i limiti del suo lavoro che fanno di lui un bibliotecario erudito, legatissimo alle sue raccolte, ma non proprio un bibliotecario moderno, lontano da quella biblioteconomia attenta alle esigenze del pubblico che già allora si affacciava in Italia e sulla scena internazionale.

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