Dieci artisti in mostra nel bunker antiaereo di piazza Primo Maggio: ecco B#Side the River
A Udine la mostra B#Side the River: installazioni, fotografia e video, sarà ospitata fino al 6 novembre

UDINE. L’Isonzo attraversa il bunker di piazza 1° Maggio a Udine. A renderlo possibile è l’arte, in grado di trasportare la storia del fiume dal suo originario entroterra fino ai piedi del colle del castello cittadino.
È stato presentato giovedì 13 ottobre, in una suggestiva vernice-stampa, “B#Side the River in mostra”, un progetto promosso dall’associazione IoDeposito, con la direzione artistica di Chiara Isadora Artico: 10 opere di artisti internazionali, che hanno scandito i luoghi del festival itinerante nell’Isontino, nel basso e alto Friuli, ora approdano a Udine, fino al 6 novembre, visitabili nel rifugio antiaereo dalle 10 alle 18.
Joshua Cesa, vicepresidente di IoDeposito, che promuove l’arte contemporanea con protagonisti i giovani, ha sottolineato le finalità educative: «I ragazzi coinvolti hanno percorso il territorio, soffermandosi sul fiume quale simbolo del confine che guarda verso Aquileia, Oriente e i Balcani, come luogo cruento della Grande guerra ed elemento connesso all’industria dell’800, della seta e del cuoio.
Un’idea realizzata grazie alla sinergia di Regione Fvg, vari Comuni e scuole. Ora l’approdo a Udine in un luogo che rimanda ancora al retaggio bellico». I saluti della Direzione centrale cultura e sport della Regione sono stati portati da Francesca Tessaro che ha ricordato l’eccellenza di un progetto “trampolino” finanziato dal Bando ripartenza.
L’esposizione rilegge i territori del fiume attraverso linguaggi innovativi e partecipativi dell’arte contemporanea, la ricerca storica e le testimonianze che confluiscono in opere inedite, nutrite dalla memoria collettiva dei luoghi. In mostra videoarte, spatial installation, elaborazioni fotografiche, pittura gestuale.
Oggi, venerdì 14 ottobre, alle 17 vernissage per il pubblico con l’esclusiva durational performance di Andreja Kargačin, giovane artista serba di Novi Sad, che dà forma alle aree grigie della storia attraverso il corpo, introiettando la lezione di Marina Abramović, di Mladen Miljanović e di altri performer che hanno dato voce ai Balcani nel contemporaneo.
Nel bunker anche le opere di altri artisti: la slovena Đejmi Hadrovic, la cambogiana Lang Ea, la turca Gülhatun Yıldırım, la svedese Ingrid Ogenstedt, la belga Nathalie Vanheule, l’italiana Marta Lodola, lo sloveno Boris Beja, il canadese Holly Timpener e l’olandese Deimion “Peim” van der Sloot.
Così l’assessore Fabrizio Cigolot ha commentato il progetto: «È un bel segnale, perché proprio dai giovani parte il desiderio di interpretare spazi e dimensioni del territorio, ascoltando e dando voce alle vicende che i luoghi hanno da raccontare. Emerge il legame delle nuove generazioni con la terra come valore da promuovere. l bunker hanno ospitato diverse iniziative artistiche e rientrano nel progetto della futura realizzazione di un ingresso che porterà circa a metà colle, da cui partirà l’ascensore che darà nuova accessibilità al castello».
Dopo la tappa udinese, la mostra si sposterà in Sala Xenia a Trieste dall’11 al 27 novembre. Per info www.bsidewar.org.
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