Diavoli, aganis e morti: da Martinis l’enciclopedia della magia friulana

Già il titolo del libro Notturno friulano Il diavolo, le streghe, i morti, i benandanti scritto da Mario Martinis, pubblicato da Editoriale Programma e in vendita in abbinamento con il Messaggero Veneto, svela che esso parla di un Friuli particolarmente intrigante. Si tratta delle magie e delle stregonerie fatte nella notte (“sfera nativa del male” secondo le concezioni religiose arcaiche) dalle tante figure del mito e della tradizione friulana: streghe, benandanti, malandanti, sbilfoni, medicinarie, guaritrici di campagna e dello stesso diavolo “canonico” nascosto dietro ogni angolo. Ma la notte, annunciata dalle squille serali dell’Ave Maria e de Ore de gnot, era il palcoscenico della paura per lo spuntare di tante altre figure umbratili e inquietanti come il Vencul, la Gjate marangule e la Mari de gnot, per non parlare di Aganis, Varvuole, Torke e poi di Diana-Erodiade che guidava lo stuolo notturno di anime dannate nella terribile caccia selvaggia.
Mario Martinis, appassionato studioso di queste tematiche, ci offre un panorama completo e rigoroso del fenomeno magico-mitico friulano, sondando anche il contagio satanico di ossessi e indemoniati e rivelando orazioni segrete, scongiuri e esorcismi per la loro liberazione. L’autore parla poi di amuleti, rimedi “laici” e prevenzioni varie della tradizione popolare contro l’azione malefica degli operatori “obliqui”, perfino degli accorgimenti superstiziosi opposti al male “atmosferico” prodotto dai cacodemoni del maltempo e dalle streghe della grandine.
Un’ enciclopedia della magia friulana, un accurato prontuario esoterico da tenere in mano per comprendere il vasto orizzonte delle credenze e dell’immaginario del mondo rurale scomparsi alle soglie del terzo millennio. —
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