Da Van Gogh a Veermer e c’è anche un Klimt che fu bruciato dai nazisti
Melania Lunazzi
Poteva non stupire il Comitato di San Floriano di Illegio anche nel più funesto anno del ventunesimo secolo? Certo che no. Ed ecco che, azzerato a febbraio il progetto di mostra del 2020 – già pronto – per l’impossibilità di importare con certezza prestiti dai musei stranieri, don Alessio Geretti e il suo staff mostrano di avere incredibili risorse anche per far fronte al Covid 19. E inventano una mostra, la sedicesima del sogno illegiano, che già dal titolo colpisce al cuore: “Nulla è perduto”.
«Un progetto che è già in sé un’opera d’arte» lo definisce il Presidente di Fondazione Friuli Giuseppe Morandini, «Un’azione vitale, di gioia e prospettiva, in un momento difficile», rincara l’assessore regionale alla cultura e allo sport Tiziana Gibelli, «Un incontro impossibile con opere che non si possono più vedere in alcuna parte del mondo, perché la vita e la bellezza non si arrendono», suggella il curatore Geretti.
Alla radice del progetto l’incredibile operazione di recupero e ricostruzione di sette opere d’arte perdute per sempre o rubate e nascoste. Sono il Concerto a tre di Jan Vermeer, rubato nel 1990 dall’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston; il Vaso con cinque girasoli del 1888 di Vincent Van Gogh, distrutto nel bombardamento di Ahiya (Osaka) durante la Seconda guerra mondiale; il grande dipinto allegorico da soffitto Medicina di Gustav Klimt destinato all’Aula Magna dell’Università di Vienna, mai collocato là perché respinto e poi distrutto dalle Ss nel 1945 nel Castello di Immendorf in Austria; La torre dei cavalli azzurri di Franz Marc del 1913, sequestrato da Hermann Goering e disperso dal 1945; le Ninfee di Claude Monet distrutte in un incendio scoppiato all’interno del Moma di New York nel 1958; Myrto, un dipinto provocatorio del 1929 di Tamara De Lempicka, rubato a Parigi da un generale nazista e il ritratto di Sir Winston Churchill di Graham Sutherland, distrutto per volontà delle moglie di Churchill a cui il ritratto non piaceva. Le opere sono state fedelmente ricreate, pennellata su pennellata, grazie al lavoro e alle tecnologie di Factum Arte, organizzazione di Madrid diretta da Adam Lowe, assieme ad esperti, restauratori, storici dell’arte e artisti in collaborazione con Sky Arte, che le ha raccontate ne Il mistero dei capolavori perduti. A questi viene aggiunto il San Matteo e l’angelo di Caravaggio, destinato alla Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi, sparito tra le fiamme nel 1945 a Berlino, una vetrata della cattedrale di Chartres, due sculture di Domenico Mioni da Tolmezzo rubate dalla pieve di Illegio nel 1968 e ritrovate a Bonn nel 2018 e un capolavoro che verrà svelato solo prima dell’inaugurazione.
La mostra aprirà i battenti il 4 luglio e prolungherà l’apertura fino al 13 dicembre, regolamentando gli accessi nella massima sicurezza: non più di tre alla volta, con eccezioni per gruppi precostituiti (otto persone) e per famiglie. —
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