Crepet e la felicità: «L’italiano medio è viziato e disilluso»

Lo psichiatra protagonista domani al Convivio di Ipplis «Quella in atto, prima che economica, è una crisi di valori»
Di Anna Dazzan

IPPLIS. «Credo che scorra piú felicità tra chi sale su un barcone per inseguire la speranza piuttosto che tra alcuni giovani bocconiani figli di papà». Paolo Crepet non è mai stato famoso per la sua morigeratezza comunicativa. Lo psichiatra torinese, infatti, si è fatto apprezzare negli anni per la sua schiettezza di pensiero. E anche per la sua immediata capacità dialettica, strumento indispensabile nel far arrivare senza fronzoli i concetti chiavi delle sue analisi psicologiche ai destinatari. Tutta quest'arte sarà messa a disposizione di quanti vorranno assistere alla serata "Un bicchiere di vino con un panino… Impariamo a essere felici", organizzata da Annalisa Zorzettig, dell'omonima azienda vinicola, giovedí dalle 19.30 al Relais La Collina a Ipplis di Premariacco, vicino Cividale.

In quest'occasione, Crepet parlerà ai presenti prendendo spunto dal suo libro “Impara a essere felice” (Einaudi), provando a raccontare la sua personale visione della ricerca e del raggiungimento dello stato di felicità. «La gioia è un sentimento intermittente. è come la linea tratteggiata che troviamo per strada, che c'è e non c'è e ti invita a superare. La felicità, piuttosto che gli altri, ci invita però a superare noi stessi». Il famoso psichiatra ha una teoria ben precisa, quando si tratta del benessere individuale delle persone: per essere felici bisogna avere uno scopo e quando questo viene raggiunto è necessario crearsene subito uno nuovo. «Nella vita la cosa piú importante non è ottenere, ma cercare e le uniche aspettative che bisogna avere sono quelle nei confronti di se stessi, cosí tutto quel che arriva lo possiamo considerare come un regalo».

Il bersaglio principale di Crepet sono i giovani, benché lo psichiatra consideri la colpa del generale sconforto generazionale, pendente proprio dalla parte degli adulti. «Larga parte dei genitori d'oggi ha permesso che i loro figli si trovassero sempre la pappa pronta. Questo è uno dei piú grandi errori che possono essere commessi, perché comodare in questo modo i propri figli toglie loro il desiderio di sognare». Parlare ai figli, dunque, per insegnare ai padri e alle madri. «Se ci abituiamo a vivere nei privilegi -continua Crepet- smettiamo di essere creativi. Gli italiani, notoriamente un popolo che con la sua flemma fa un sacco di cose, è diventato lento e non facendo quasi piú nulla gli è rimasta solo la flemma».

Per il noto volto televisivo, quella che stiamo vivendo specialmente in Italia, non è una crisi economica, ma una vera e propria crisi dei valori. «Molte delle virtú umane nascono dalla miseria e il fatto che in un momento storico difficile come quello che stiamo vivendo, gran parte delle persone non reagiscono, significa che non abbiamo ancora toccato il fondo e la vera crisi sarà tale solo quando comincerà a intaccare le paghette che vengono elargite all'interno delle famiglie». Il ritratto che Crepet fa dell'italiano medio, dunque, è quello di una persona viziata, disillusa e priva di scopi precisi. Una soluzione, però, lo psichiatra la traccia, pur non volendosi addossare il tono da mago né di risolutore. «Io non ho tutte le risposte, né la ricetta universale per la felicità, ma penso che ognuno di noi deve considerarsi una risorsa e calarsi in una sorta di responsabilizzazione individuale che, badate bene, non è affatto un inno al fai da te». Gli appuntamenti di Convivio - Incontri di vini e di sensi, proseguiranno poi giovedí 25 giugno con "Cucinar Ramingo", un progetto di Giancarlo Bloise, vincitore del Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti. Per prenotarsi: convivio@zorzettigvini.it o 04321572864.

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