Così il Friuli seppe rinascere dopo la Grande guerra: una mostra a Udine

UDINE. Venerdí 7 dicembre, alle 18, in San Francesco a Udine, sarà inaugurata la mostra “Liberati dalla Guerra”, la pace e la rinascita del Friuli. Gaspari pubblica il catalogo. Ce ne scrive il curatore.
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La mostra che si avvale dell’apparato fotografico e dell’allestimento rispettivamente di Paolo Brisighelli e Massimo Bortolottisi propone la realizzazione di un percorso espositivo di postazioni multimediali sul 1918 e il 1919 in Friuli.
Sulla base di ricerche d'archivio e studi approfonditi ventennali si sono creati percorsi divulgativi e didattici multimediali in cui reportage fotografici, cinematografici,fonti giornalistiche, diaristiche e ricostruzioni di ambienti si intersecano per mettere a fuoco, con gli occhi della gente comune e dei militari, la vita in Friuli nell’anno dell’occupazione e della liberazione, ma anche nel successivo anno quello dell’iniziale ricostruzione dell’economia e della società e della rinascita morale.
Sono utilizzati un gran numero di filmati e di fotografie provenienti dagli archivi di tutto il mondo per la realizzazione di postazioni cinematografiche emotivamente coinvolgenti.
Il 1918 è per il Friuli l’anno più tragico del conflitto, l’invasione austro-tedesca con il drammatico saccheggio si trasforma in una duratura occupazione che attraverso sistematiche requisizioni, distrugge il tessuto produttivo e affama la popolazione rimasta, ne aumenta la mortalità.
La fuga di centinaia di migliaia di friulani, terrorizzati da un nemico che la propaganda indica feroce, al seguito dell’esercito italiano in rotta, si trasforma in una vera e propria diaspora e lunga profuganza, che vede le diverse comunità friulane elemosinare assistenza, divise in ogni regione della penisola dal Piemonte alla Sicilia.
La guerra nei diversi fronti, dall’occidentale al medio orientale, e sulla nuova linea italo austriaca Piave – Monte Grappa continua a essere un’ennesima carneficina, edulcorata da una nuova e più efficace propaganda anche tra i soldati in linea.
Il tempo gioca a favore dell’Intesa e del Regio esercito italiano le offensive di ottobre – novembre 1918 hanno ragione degli indeboliti eserciti tedesco e austro-ungarico, la pace arriva salutata come la liberazione da un incubo dai soldati di tutti gli eserciti e dai civili di tutti i paesi belligeranti e soprattutto del Friuli invaso.
Per quanto riguarda il 1919 del quadro internazionale si evidenzieranno gli aspetti legati alla Conferenza per la pace di Parigi col disfacimento di quattro imperi e la creazione di nuovi stati in tutto il mondo dall’Europa all’oriente.
Per quanto concerne L’Italia verrà messo in luce sia il problema della “pace mutilata”, col nuovo assetto del confine orientale, sia la questione di Fiume.
Per la regione si approfondiranno poi tutti quegli elementi che vedranno in primo piano il Friuli che deve essere interamente ricostruito nelle strutture economiche sociali e culturali.
I friulani, infatti, dopo un anno di sfruttamento austro- tedesco, hanno subito non solo la distruzione di strutture abitative e infrastrutture viarie e ferroviarie, ma anche e soprattutto l’annientamento dell’intero sistema produttivo industriale, artigianale, commerciale, agricolo e del tessuto sociale.
Devono ripartire da zero: riaprire le banche per facilitare i prestiti, ricostruire case ed edifici pubblici, ponti viari e ferroviari, riportare i macchinari, sottratti da tedeschi e austro-ungarici, in molte industrie, e riparare quelli danneggiati, ripristinare i depositi per il commercio e riaprire le attività artigianali e commerciali e persino ridare le campane alle chiese. Di Udine si seguiranno le diverse fasi della ricostruzione degli edifici pubblici e privati.
In ultimo ci si soffermerà sul Mito della Grande guerra costruito sulla memoria dei caduti, sui sacrari e sul milite ignoto.
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