Conclusa la nuova campagna di scavi ad Aquileia: riemerse anche tre rare monete d’oro

Coniate dagli imperatori Valente, Magno Massimo e Arcadio e quindi databili alla fine del IV sec. d.C. La scoperta di un'équipe dell'Università di Verona - Dipartimento di Culture e Civiltà, sotto la direzione di Patrizia Basso in collaborazione con Diana Dobreva 

Una delle tre monete d’oro: un solido di Valente (367-375 d.C.)
Una delle tre monete d’oro: un solido di Valente (367-375 d.C.)

Un'équipe dell'Università di Verona - Dipartimento di Culture e Civiltà, sotto la direzione di Patrizia Basso in collaborazione con Diana Dobreva, ha da pochi giorni concluso una nuova campagna di scavo nell’area del Fondo ex Pasqualis, posta all’estremità sud-orientale di Aquileia.

I lavori sono condotti su concessione ministeriale, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Friuli Venezia Giulia e sulla base dell'accordo di collaborazione scientifica e finanziaria con la Fondazione Aquileia.

Le indagini si sono protratte per tre mesi e hanno coinvolto una ventina di studenti, dottorandi e giovani dottori di ricerca dell’ateneo veronese e di altre università italiane e straniere, permettendo così di investigare più di 800 mq di terreno mai scavato in precedenza e di ottenere nuovi importanti dati per la storia del sito e dell’intera città.

Il rinvenimento più importante di questa campagna di scavo è stato quello di tre monete d’oro, rispettivamente coniate dagli imperatori Valente, Magno Massimo e Arcadio e quindi databili alla fine del IV sec. d.C.

Si tratta di tre nominali diversi, molto rari, che probabilmente non erano monete in circolazione, ma forse doni dell’imperatore a qualche personaggio della corte, per celebrare ricorrenze particolari. Rinvenute sotto il piano pavimentale del portico di uno degli edifici del mercato, su cui continueranno in futuro le indagini, le monete potrebbero essere state tesaurizzate in un momento di grave pericolo e poi mai più recuperate.

Di particolare interesse e novità per la storia degli studi dell’areale è anche la complessa stratificazione emersa nel terreno con la campagna 2025. Sono state portate alla luce altre 19 anfore oltre alle 23 già evidenziate nel 2024, probabilmente funzionali a realizzare un sistema di drenaggio-rinforzo per migliorare la staticità del terreno.

Nel corso della campagna si è portata alla luce nella sua interezza la strada acciottolata già in parte individuata nel 2023 e 2024 fra due degli edifici del mercato.

Gli scavi 2025 hanno, inoltre, evidenziato un settore del crollo del portico occidentale di uno degli edifici del mercato, consentendo il recupero di altre numerose cariossidi di cereali combuste, oltre a quelle già raccolte negli scorsi anni di indagine: si tratta di dati di grande interesse anche per studiare l’alimentazione del tempo.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto