Cividale, i giorni del Mittelfest

Inaugurata l’edizione dedicata al tema “Inevitabile”. Pedini: «Determinante il ritorno in piazza Duomo». Anzil: «Il festival ha cambiato il concetto di confine»

Lucia Aviani

In una città vestita da grandi occasioni, con il ponte del Diavolo trasformato in omaggio plurilingue alla memoria del più longevo direttore artistico di Mittelfest, il regista Giorgio Pressburger, l’edizione 2023 del festival cividalese, la numero 32, si è aperta ufficialmente ieri sera in un’atmosfera carica di solennità e di aspettative.

In medias res, a programma già in corso, la cerimonia inaugurale – condotta dalla giornalista Alessandra Salvatori e introdotta da un momento musicale a cura della pianista Sol Jang e della violoncellista Kim Kamilla Jäger – ha spalancato la finestra sul tema dell” Inevitabile” , fil rouge della rassegna, nella speranza che il «clima frizzante in cui il centro storico si è ritrovato avvolto fin da venerdì» possa proseguire per i prossimi dieci giorni, regalando emozioni nel segno della migliore arte internazionale.

«Si respira un’aria meravigliosa – ha esordito il sindaco di Cividale, Daniela Bernardi –, frutto della presenza di straordinari talenti che con le proprie discipline ci trasmettono passione e bellezza. Ancora una volta la nostra città diviene il cuore della vita artistica d’Europa, grazie al sapiente lavoro del direttore Giacomo Pedini, che forte della padronanza dei luoghi acquisita ha costruito un programma splendido.

Rilevante il lancio di un progetto per la famiglia, che si affianca a quello studiato per i giovani, Mittelyoung, e determinante la scelta di mettere in connessione tutti i sindaci del territorio, tramite Mitteland», ha concluso, ringraziando il già presidente Roberto Corciulo, l’intera macchina del festival e la Regione, «che ha scelto Cividale come perno della Mitteleuropa».

E nonostante sia ormai al «terzo giro», il direttore artistico Pedini non ha fatto mistero della particolare emozione nell’assistere all’avvio di un’edizione dedicata a un tema «tortuoso» quanto stimolante, declinato con un immane impegno di squadra, che si sviluppa su scala annuale.

«Determinante – ha poi sottolineato – l’ancoraggio alla città, con il ritorno degli spettacoli in piazza Duomo (Zeus permettendo), le proposte per la famiglia nella cornice del Convitto nazionale Paolo Diacono, quelle al Museo archeologico nazionale e il debutto come sede di spettacoli della chiesa di San Giovanni in Xenodochio e del monastero Santa Maria in Valle.

Spero che vi innamoriate delle performance, assistendovi», l’auspicio formulato prima di una chiusura d’intervento dedicata al maestro Giorgio Pressburger, nell’evocazione della sua visione del viaggio: «Metamorfosi, incontro-scontro tra più culture, forza determinante nella storia umana, giardino di simboli con cui si esprimono trasformazioni e transizioni di ogni genere. E allora – la chiosa – buon viaggio al pubblico di Mittelfest».

Cariche di entusiasmo le parole della nuova presidente dell’Associazione Mittelfest, Cristina Mattiussi: «Dietro questo evento così speciale, che porta a Cividale e in regione il meglio della produzione artistica della Mitteleuropa, c’è un lavoro di 365 giorni», ha ribadito, ponendo poi l’accento sul particolare fascino del leitmotiv dell’edizione 2023, un interrogativo sul dualismo tra ciò che è immutabile e quanto, invece, «può essere ancora riscritto».

«In uno scenario mondiale carico di sfide individuare il senso delle scelte individuali è importante, a vari livelli», ha osservato, attribuendo un ruolo determinante alla dimensione di «ponte tra l’area mitteleuropea e quella balcanica» che rappresenta, da sempre, il Dna del festival cividalese.

Concetto, questo, ripreso dal vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia Mario Anzil: «Nei suoi oltre 30 anni di vita – ha osservato – Mittelfest ha contribuito a cambiare il significato del termine confine.

A lungo per l’Italia queste terre hanno rappresentato, nel semisconosciuto Nordest, semplicemente il presidio armato del Paese: ora invece si ritrovano ad essere un fulcro; la frontiera diventa sinonimo di una nuova opportunità: è accaduto per Gorizia – ha detto, riferendosi all’imminente ruolo di capitale europea della cultura – e può avvenire per tutta la regione.

La nostra visione di futuro deve tenerne conto», ha chiuso, augurando alla cittadina di Mittelfest di vivere «giornate di magia».

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