Cinema, il bilancio di Pordenone Docs Fest è da applausi: seimila presenze tra incontri e film
Ben 27 i Paesi rappresentati, cinque continenti, 24 proiezioni in anteprima nazionale e più di trecento gli ospiti, tra registi, produttori, studiosi, esperti e addetti ai lavori del mondo Industry al festival del documentario di Cinemazero

PORDENONE. Oltre 3.000 i biglietti staccati e 6.000 le presenze totali, tra proiezioni, incontri, tavole rotonde, laboratori, convegni, masterclass. Ben 27 i Paesi rappresentati, dai cinque continenti, 24 i film in anteprima nazionale e più di trecento gli ospiti, tra registi, produttori, studiosi, esperti, addetti ai lavori del mondo Industry. Sono i numeri del Pordenone Docs Fest, il festival del documentario di Cinemazero, la cui XVII edizione ha confermato una partecipazione straordinaria del pubblico.
Il Gran Jury Award è andato a Mediha di Hassan Oswald, dopo aver emozionato il pubblico durante la serata di apertura quando è stato consegnato il premio Courage of Images alla giovane protagonista. Doppio premio per The Giants di Laurence Billiet e Rachael Antony, con protagonista Bob Brown, politico e attivista australiano che ottiene il Green Documentary Award, per il miglior film a tematica ecologica e anche lo Young Audience Award.
Anche l’apprezzata selezione VR ha il suo vincitore e il Premio Virtual Reality è andato a GAWI di Myriam Hernandez, Isabel Monarca e Lorenzo Pajarito, Il Premio della Critica è andato invece a Kabul Beauty di Margaux Benn e Soléne Chalvon Fioriti
«Dietro a ogni film c’è un essere umano», dice Riccardo Costantini, curatore del festival. – Rimettere al centro i diritti umani significa pensare alle persone, ai loro bisogni più semplici, quali amare, essere felici, poter condurre una vita in sicurezza, sognare… Il nostro è un evento culturale con una forte impronta sociale, con la ferma volontà di rendere visibili storie e film che diversamente rimarrebbero fuori dai circuiti cinematografici e mediatici classici e con l’ambizione di contribuire con questo lavoro a cambiare almeno un po’ le cose».
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