Cinema e Grande guerra, la Cineteca va al fronte

Il progetto friulano riconosciuto dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Livio Jacob: «Sarà digitalizzato anche “Il piccolo alpino” di Biancoli»

GEMONA. La Cineteca del Friuli, che da anni (prima delle ricorrenze centenarie) segue il rapporto tra grande guerra e cinema, con ritrovamenti, digitalizzazioni e restauri di film, il loro studio e rivalutazione critica, e presentazioni in rassegne locali, nazionali e internazionali, si è vista riconoscere dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri un progetto che coronerà e insieme rilancerà queste attività.

Grande guerra e cinema italiano: un fronte sconosciuto s'intitola il progetto della Cineteca, uno dei 768 presentati da istituzioni e realtà culturali al bando per i progetti speciali, e che è stato accolto tra i 45 finanziabili piazzandosi in diciannovesima posizione, oltretutto come unico progetto riferito al cinema.

«Il progetto della Cineteca - spiega Sergio Germani - parte dalla considerazione che troppo poco si sia scoperto finora del rapporto fra il cinema italiano e la prima guerra mondiale. Siamo convinti che con il fondo sulla Grande Guerra della Cineteca del Friuli, risultato di un lavoro archivistico svolto da decenni, in sinergia con i materiali raccolti dagli altri archivi italiani e stranieri, possiamo arrivare a dare finalmente un quadro veritiero e complessivo di questo rapporto, indagando e approfondendo aspetti, autori e opere del cinema italiano finora trascurati in relazione alla vicenda bellica».

Il sottotitolo precisa che si tratta di un programma di restauri per una riscoperta complessiva del patrimonio archivistico e, dunque, gli interventi di digitalizzazione e la loro circolazione, dai festival internazionali alle scuole, saranno i tasselli di una vera e organica riscoperta di una zona fondamentale del cinema italiano.

Sull'iniziativa la Cineteca ha coinvolto alcuni preziosi partner: il maggior archivio di cinema italiano, la Cineteca Nazionale, e alcune istituzioni culturali rappresentative di tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia: l'Assessorato alla cultura del Comune di Udine, le Giornate del Cinema Muto di Pordenone, il festival I mille occhi di Trieste, il Premio Amidei di Gorizia.

La proposta parte dal presupposto che, nonostante i molteplici studi e le precedenti ricerche archivistiche, il rapporto tra la vicenda della grande guerra e il cinema italiano sia rimasto inesplorato, a cominciare dall'opera di quel Luca Comerio che non fu solo un attento operatore sui campi di battaglia, ma capace di uno sguardo da grande cineasta sui destini storici del ventesimo secolo.

Se perciò le Giornate del Cinema Muto approfondiranno il cinema di Comerio, il festival I mille occhi si soffermerà sulle conseguenze nel dopoguerra, fino al fascismo e alla seconda guerra mondiale, di quella vicenda. La Sala Trevi della Cineteca Nazionale, il Visionario di Udine e il Premio Amidei di Gorizia svilupperanno ciascuno il progetto secondo le proprie priorità d'interesse culturale.

«Digitalizzeremo anche Il piccolo alpino di Biancoli - dice Livio Jacob - che ben si unisce al suo film alpino sulla seconda guerra (Penne nere) pure esistente nelle collezioni della Cineteca del Friuli.

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