Ciak si gira “Di là dal fiume” Un set friulano a Villa Kechler

La presenza di Ernest Hemingway in Friuli è persistente come il retrogusto intenso di un buon whisky. Portò scompiglio e una scia di fascino quando fu protagonista della “Dolce vita” udinese in un pomeriggio primaverile del 1954, all’albergo Friuli, tra artisti, architetti, giornalisti e l’elegante traduttrice Rina Micon. Ma fatale era già stato nel ’48 l’incontro a Latisana con Adriana Ivancich, musa ispiratrice del romanzo “Di là dal fiume e tra gli alberi”, pubblicato nel ‘50 (dopo un silenzio lungo 10 anni da “Per chi suona la campana” e prima de “Il vecchio e il mare” che gli valse il Nobel).
Ora, quel libro, bocciato dalla critica e amato dall’autore, diventa film col titolo originale “Across the river and into the trees”, diretto dalla regista e sceneggiatrice spagnola Paula Ortiz. Lo statunitense Liev Schreiber potrebbe interpretare il colonnello protagonista, sopravvissuto ai conflitti mondiali, dietro il quale si cela la figura di Hemingway. Nel cast, in attesa di conferma, gli italiani Matilda De Angelis, Laura Morante, Giancarlo Giannini e un centinaio di comparse che saranno selezionate oggi all’Eastgate Park di Portogruaro dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 16.30. Uomini e donne dai 18 ai 75 anni residenti in Veneto o Friuli potranno presentarsi al casting (rispettando le norme di sicurezza anticovid previste) rigorosamente senza tinte, tatuaggi, piercing o unghie ricostruite per calarsi nell’autunno del 1946, in cui è ambientata la vicenda. Non è la morte, tema costante delle sue opere, la novità del romanzo che si snoda come un lungo addio di un corpo maschile teso inesorabilmente verso la fine, quanto la vita ad esso donata dalla figura femminile che può conferire grazia e felicità perfino alla morte. Tra il colonnello cinquantenne e la diciannovenne Renata intercorre la stessa differenza d’età che si frapponeva tra Hemingway e Adriana. Aveva 49 anni lo scrittore ed era al quarto matrimonio quando, sotto il cielo piovoso di Latisana, incrociò la diciottenne di nobile famiglia veneziana. Amare fino a non poterne fare a meno, nell’ora della morte, segretamente, senza poterlo raccontare, mentre corrono chiacchiere e ipotesi: questo il sentimento che attraversa le due anime lasciando traccia nelle lettere a lei: «Soltanto tu e io sapremo e saremo morti». Hemingway e Adriana, suicidi.
Le scene del film, deliberatamente tratto dal romanzo, saranno girate in Veneto (Venezia, Fossalta di Piave, Nervesa della Battaglia, Noventa di Piave, Dolo e Riviera del Brenta) e Friuli. In particolare, le scene di battaglia si svolgeranno a Fraforeano di Ronchis dove sorge la grande villa Kechler de Asarta, in cui lo scrittore soggiornò. La produzione annuncia per il 20 novembre a Venezia il primo ciak delle riprese che si chiuderanno il 15 gennaio. L’uscita del film è prevista a fine 2021.
Non finirà mai di appassionarci l’Hemingway “nostrano” che attraversò Udine scatenandovi la “Dolce vita”, Lignano battezzandola “Florida d’Italia” poi cuore di un premio omonimo, e le terre del Tagliamento che gli donarono l’incontro con Adriana, nutrito e custodito da calli veneziane tra Hotel Gritti e Harry’s bar. Se fu lui a dire con vivace leggerezza “Mai rimandare di baciare una bella ragazza o di aprire una bottiglia di whisky”, fu il Nord-Est a rendergli tali ebbrezze indimenticabili. —
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