Cesareo da Elio e le Storie Tese al Black Stuff

UDINE. Un concerto di pura adrenalina rock. Cesareo, il chitarrista dei mitici Elio e le Storie Tese, approda a Udine, venerdì, per la prima volta con i Four Tiles. Una band di super musicisti promette di infiammare il pubblico friulano con un mix di altissima qualità tecnica e creativa e una buona dose di ironia, cavalcando abilmente un repertorio di grandi successi rock internazionali dagli anni ’70 ai ’90.

L’appuntamento è al Black Stuff, in via Gorghi, alle 21. Lo spettacolo si prospetta nel segno della più sana voglia di divertirsi. La chitarra di Cesareo si fonderà al sound di artisti di grande caratura che vantano collaborazioni importanti: alla batteria Roberto Gualdi (PFM, Vecchioni, Pelù e Dalla), alla seconda chitarra Stefano “Sebo” Xotta (Utez, Riff Raff e Strings 24) e al basso Guido Block (The Event, Papa Winnie, Noize Machine).

Ma cosa ci si dovrà aspettare? A raccontarci dei Four Tiles e della scena musicale italiana è stato lo stesso Cesareo che abbiamo contattato durante una pausa delle registrazioni del nuovo disco di Elio e Le Storie Tese.

Sei stato a Udine con gli Elii nel 2013, ora torni con il progetto Four Tiles. Questa band è per te una sorta di “valvola di sfogo”?

«I Four Tiles sono nati nel 2000 per partecipare alle fiere musicali e mostrare la qualità degli strumenti. L’esperienza ci è piaciuta e abbiamo deciso di continuare per puro divertimento. Può essere considerata una forma sana di sfogo rispetto agli Elii che è di matrice più rock e senza tratti circensi e pirotecnici».

Un divertimento che immagino non mancherà di stupire la platea.

«Puntiamo a divertirci e contemporaneamente a divertire. È una formula che contraddistingue anche gli Elii. Le nostre esibizioni sembrano un “caba-rock”. Il pubblico si sorprenderà per il livello qualitativamente altissimo dei musicisti e per il repertorio. Abbiamo pescato nei grandi successi del rock tra gli anni ’70 e i ’90, reinterpretando anche hit di nomi come Britney Spears, Kylie Minogue e Backstreet Boys. È la prima volta che suoniamo a Udine, perché gli impegni con i nostri gruppi non ci lasciano molto tempo. Sono curioso di vedere la risposta degli udinesi, che hanno sempre accolto bene gli Elii».

C’è qualcosa che ti ha colpito della platea friulana?

«La capacità di seguirci cantando e ritmando con le mani anche passaggi musicalmente più difficili: ciò dimostra che qui c’è un’attenzione particolare per la musica».

Gli Elii hanno fatto la gavetta prima di sfondare. Oggi sono i talent a dare la ribalta. Come è cambiato il mondo musicale?

«Gli Elii sono stati bravi a tener duro e calcare una certa linea, ma oggi si nota un appiattimento in musica. Mancano idee. Alcuni si limitano a rispolverare vecchie cover poco note. Se dovessi tornare indietro, rifarei la gavetta. I talent vanno bene per salire su un palco, ma non danno l’esperienza per affrontare tutte le problematiche dell’attività di musicista. Ai giovani consiglio di fare musica per passione innanzitutto, non perché c’è un discografico accanto».

Hai qualche chicca sul nuovo disco degli Elii?

«Dico solo che per la prima volta non ci vorrà molto tempo per riascoltarci».

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