Cervignano celebra il concittadino Giuseppe Zigaina
Prende il via martedì 2 aprile il programma di appuntamenti per i 100 anni dalla nascita: alle 15 conferenza con Alberto Franchini, alle 18 in teatro un documentario

CERVIGNANO. Una conferenza-dedica a cura di Alberto Franchini, alle ore 15, alla Casa della Musica, e la visione di un’intervista inedita, “Zigaina. La mia idea del dipingere”, alle 18, a Teatro Pasolini.
Martedì 2 aprile, a Cervignano, si festeggia in questo modo, legittimo e poetico, il ricordo del concittadino Giuseppe Zigaina (1924-2015), nel contesto di “Zigaina 100/Anatomia di una immagine”, a cura di Francesca Agostinelli e Vanja Strukelj.
Il 2 aprile 1924 nasceva infatti a Cervignano del Friuli Giuseppe Zigaina, uno dei più talentuosi (e riservati) artisti e intellettuali del Novecento. Zigaina vivrà tutta la vita in questa regione, facendo la scelta etica -e programmatica- di rimanere nel luogo dove è nato.

La sua casa/studio progettata, in stretto rapporto con l’artista, dall’architetto milanese Giancarlo De Carlo negli anni Cinquanta (a tal proposito, molti disegni di Zigaina sono conservati infatti nell’archivio Iuav di Venezia, dove De Carlo ha insegnato), è stata da poco venduta dalla figlia Alessandra alla Regione Friuli Venezia Giulia, più precisamente all’Erpac, perché diventi un centro culturale di documentazione e ricerca.
È notizia virtuosa e progetto lungimirante questo, (non ci stancheremo mai di ripeterlo), che consentirà al ricco archivio e alla casa/studio di uno dei protagonisti più fervidi del pensiero artistico del secondo Novecento, di rimanere al territorio, e di poter essere studiato – e protetto – con cura.
Cervignano del Friuli è paese affezionato al suo cittadino illustre e oggi lo ricorderà con una giornata fitta di eventi.
Il centenario, infatti, si apre alle 15 nella Casa della musica, con una conferenza a cura dell’Accademia udinese di Scienze Lettere e Arti.
Il relatore sarà Alberto Franchini, giovane e pluripremiato studioso esperto dell’architettura di Giancarlo De Carlo.
La conferenza sarà aperta alla cittadinanza e, in collaborazione con l’Ordine degli architetti, rappresenta un incontro di formazione per i professionisti della regione, che avranno modo di effettuare una visita riservata nella casa del pittore guidati proprio da Alberto Franchini (e da Francesca Agostinelli).
Ricordiamo che la casa/studio è stata la meta più popolare durante le recenti giornate di primavera del FAI, (23/24 marzo), quando è stata organizzata dal FAI sezione di Palmanova la visita con insegnanti e quaranta preparati studenti del liceo “Albert Einstein” di Cervignano.
Alle 18, al Teatro Pasolini, con ingresso libero, verrà proiettato per la prima volta “Zigaina. La mia idea del dipingere”, commovente intervista realizzata all’artista, all’interno della sua casa, dal regista e giornalista Francesco Bortolini.
Dopo la scomparsa di quest’ultimo nel 2016, il filmato rimasto incompiuto è stato consegnato dai suoi familiari a Piero Colussi, presidente di Cinemazero, ed è stato recentemente ultimato, con colta e affettuosa attenzione, da Fulvio Toffoli, in collaborazione tra Cinemazero, la Cineteca del Friuli e il Comune di Cervignano.
Le ragioni per essere presente alla visione di questo inedito sono molteplici. La prima è che di Zigaina parlano i suoi lavori, soprattutto gli scritti in cui racconta attraverso la magia della parola l’interessante sguardo sul mondo. È raro invece partecipare alla visione di un organico documento in cui l’artista sveli pubblicamente se stesso attraverso la sua voce.
Nei trentasei minuti, intimi e potenti, a cura di Toffoli, esce l’importanza della famiglia, la decisione di aiutare i genitori nell’acquisto di una casa, la scelta di restare per sempre in Friuli. Esce con pacata nitidezza il desiderio di svelare il percorso d’artista. Zigaina lo racconta immerso nella pace protettiva della sua casa/studio e dei suoi oggetti d’abitudine.
Notevoli gli intrecci amicali, coerenti con la sua nitidezza d’animo, e non ci stiamo riferendo solo al suo migliore amico Pier Paolo Pasolini, e all’ontologia del loro legame, ma alle relazioni culturali e d’affetto che Zigaina svela con intima dolcezza allo sguardo attento di Bortolini.
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