Capire i premi Nobel e la vita che migliora: i nostri scienziati ci spiegano il perché

Il ciclo di lezioni divulgative a Udine con la Fondazione Friuli La parola a Tonin, Zuccaccia, Nicoloso, Tubertini e Panizzo

Paolo Ermano*

Una grande intuizione, quella di Alfred Nobel, scomparso a San Remo a soli 63 anni: istituire un premio da destinare a chi si fosse contraddistinto per il proprio contributo al “massimo benessere per l’umanità”. Ci volle poco tempo perché il premio si affermasse come il più prestigioso per i saperi coinvolti. A oggi, solo 908 persone in poco più di 100 anni hanno avuto l’onore di vincere il premio Nobel in una delle 5+1 discipline (l’economia si è aggiunta solo dal 1969). Ricordare i nomi e le idee di questi scienziati e pensatori è un modo nobile per ringraziare un ingegnere chimico – divenuto così noto non soltanto per l’invenzione della dinamite – per aver voluto dedicare il suo patrimonio all’umanità. Ma ricordarli è ancor più importante per rendere omaggio alla scienza che questi studiosi esercitano ogni giorno, ottenendo risultati che migliorano poi per migliorare la vita di tutti noi.

Con questo spirito, dall’anno scorso, in collaborazione e con il sostegno della Fondazione Friuli, Vicino/lontano propone il ciclo di incontri “Capire i Nobel”, un progetto di divulgazione che, contando sulla competenza e sull’efficacia comunicativa di giovani studiosi locali che si sono distinti a livello internazionale con i loro studi, proverà a chiarire al pubblico la portata e il significato dei Premi Nobel assegnati nel 2018. Il primo appuntamento, in programma domani, mercoledì 20 (alle 18, alla Fondazione Friuli a Udine in via Manin 15), è dedicato al Nobel per l’economia, assegnato a William D. Nordhaus e Paul M. Romer per avere integrato l’impatto dei cambiamenti climatici e le innovazioni tecnologiche nelle analisi macroeconomiche a lungo termine: ambiente e sapere sono variabili che, grazie al loro lavoro, hanno iniziato ad avere un nuovo posto nella teoria economica. A presentarli sarà Simone Tonin, laurea in Scienze Economiche a Udine e docente alla Business School all’ateneo di Durham, in Gran Bretagna. Mercoledì 27 sarà la volta del Nobel per la Chimica assegnato a Frances H. Arnold, George P. Smith e Gregory P. Winter per i loro studi sullo sfruttamento di enzimi e anticorpi per produrre nuovi materiali, farmaci e terapie. Di nuovo parliamo di sviluppo, solo che l’attenzione passa dal macro sistema al micro-organismo. A parlarci dei tre studiosi sarà Daniele Zuccaccia, professore di Chimica a Udine.

Ma ci sono sviluppi buoni e sviluppi cattivi: fra questi ultimi, il tumore è uno dei più temuti. Assegnato a James P. Allison e a Tasuku Honjo per le loro ricerche immunoterapiche sul freno naturale che riesce a bloccare lo sviluppo dei tumori, il Nobel per la Medicina ci verrà presentato da Milena Sabrina Nicoloso, ricercatrice al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, e da Mario Tubertini, direttore generale del Montecatone Rehabilitation Institute di Imola.

Chiuderà il ciclo la fisica che ha visto come protagonista non tanto una teoria quanto il miglioramento di una conoscenza utile a sondare idee e ipotesi (e, mi si passi la semplificazione, a fare molte altre cose come a esempio leggere i cd): assegnato ad Arthur Ashkin, Gérard Mourou e Donna Strickland per le loro scoperte nel campo della fisica dei laser, il Nobel per la Fisica sarà raccontato da Giancarlo Panizzo, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Quattro appuntamenti legati da un filo rosso: il concetto di “evoluzione”. Quella di tipo endogeno dei sistemi economici che lega sapere-ambiente-sviluppo; la messa a punto di terapie per fermare l’evoluzione del cancro; la possibilità di governare l’evoluzione degli enzimi per creare prodotti utili all’uomo (a esempio il biodiesel); il miglioramento di uno strumento, il laser, per indagare la vita e il mondo. Tutte ricerche di ambiti diversi con l’ambizione di perseguire quello che, per dirla con Jacques Monod (Nobel per la Medicina nel 1965) è fine ultimo della Scienza: chiarire la relazione fra l’uomo e l’universo. –

(*curatore della rassegna)

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