Barchi: «Il teatro dice sì ma chiede dei soldi e il Comune sta zitto»

Lo sfogo del direttore d’orchestra alla risposta del Nuovo «I tagli regionali non ci permettono spese straordinarie»
Di Gian Paolo Polesini
Udine 3 Luglio 2012. Spettacolo Opera Trovatore. Telefoto copyright Petrussi Foto Press
Udine 3 Luglio 2012. Spettacolo Opera Trovatore. Telefoto copyright Petrussi Foto Press

Il match Alfredo Barchi-Giovanni da Udine, peraltro con tutti i crismi della buona creanza, segna un altro round che rimbalza sulle corde del ring.

Il maestro d’Emilia comincia a bacchettare il Nuovo, a suo dire e a suo pensare, «chiuso» davanti alle urgenze degli uomini d’arte costretti a trovare un rifugio per i loro show open air sferzati dal vento. Inutile ripetere quella e sempre quella. Piove come d’estate non ha mai piovuto e chi lavora a cielo aperto non sa che gli capiterà fino ai “Tra cinque minuti si va in scena”. Tempi cupi.

Insomma, Barchi cerca di capire come funziona la faccenda. Il bussa ti sarà aperto pare non funzioni, pare, e comunque nel diritto di libera espressione il musicista esterna. E con la stessa tonalità in si bemolle gli sarà risposto dal presidente della Fondazione Giovanni da Udine, Tarcisio Mizzau, e dal sovrintendente Marco Feruglio. In buona sostanza nessuno nega l’accesso al Teatrone, anzi, finché il cartellone non inizia a srotolarsi il palcoscenico è beatamente solingo. Certo, l’organizzazione non si mette su tic e tac, basta giocare d’anticipo e le les jeux sont faits, i giochi son fatti. Mizzau confessa poi: nessuna domanda ci è giunta, altrimenti... Incomprensioni tra gentiluomini.

Barchi, però, qualcosina ancora da dire ce l’ha. «Guardi. alcuni mesi fa io e Loretta Del Zotto, responsabile di produzione di Società Filarmonia, ci siamo incontrati con Mizzau per chiedere un'eventuale disponibilità del Teatro, in caso di maltempo, a ospitare a titolo gratuito i recuperi delle due recite de Il Barbiere di Siviglia per la decima edizione del Carro di Tespi. Non è stata ovviamente avanzata alcuna richiesta in merito alla recita di San Daniele, come erroneamente detto dallo stesso presidente nell’articolo di oggi sul Messaggero Veneto» (ieri per chi legge, ndr).

Quindi? «Disponibilità concessa, ma non gratis. Costi che comunque noi non siamo in grado di sostenere. Sa, i tagli hanno messo in ginocchio un po’ tutti. Chi più e chi meno. Okey, parleremo col Comune. Fatto. Nessuna risposta. Non intravedendo una via d'uscita, a quel punto, una domanda scritta sarebbe stata assolutamente superflua».

E si spera. No? Infatti il 2 luglio, giorno della seconda recita del Barbiere di Siviglia, alle 21 precise inizia a piovere insistentemente e, ancora una volta, ho assistito a una scena ormai diventata frequente: tantissime persone aspettavano fiduciose, con l'ombrello aperto, che le condizioni del tempo migliorassero. Ma, ahinoi....

«Sa cosa le dico caro Presidente?», s’infervora Barchi. «Non abbia paura e non fraintenda, mi scuso nel caso l'avessi svegliata senza preavviso, lungi da me di fare qualsiasi polemica inutile sullo stato dentale della mia persona; la mia convinzione è che nei mesi estivi la gestione del Teatro, che a me piacerebbe chiamare Teatro Comunale, perché di fatto è di proprietà di tutti i cittadini, fosse preso in carico dal Comune in collaborazione con la Fondazione».

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