Arriva in tv il thriller di Ilaria Tuti: «Ho ritrovato le pagine del libro»

Lunedì i primi due episodi. La scrittrice di Gemona: «Adesso ho due Teresa che hanno molto da dire»

Laura Pigani

Ci siamo. Domani in prima serata la rete ammiraglia manderà in onda la miniserie “Fiori sopra l’inferno”, sei episodi diretti da Carlo Carlei divisi in tre serate – la seconda martedì 13 e l’ultima il 21 – ispirata dal primo (e omonimo) thriller della scrittrice gemonese Ilaria Tuti con protagonista il ruvido commissario Teresa Battaglia, interpretato da Elena Sofia Ricci.

Le riprese hanno toccato Udine, Tarvisio, Malborghetto-Valbruna, Val Saisera Camporosso, Sella Nevea e la Val Canale, oltre che il Lazio.

Nel Tarvisiano la scrittrice friulana ha collocato il paesino di finzione Travenì, dove si sviluppa il romanzo e dove entra in gioco, dopo il ritrovamento di un cadavere, la profiler sessantenne che, nonostante la malattia (scopre di avere l’Alzheimer) riuscirà ad andare fino in fondo.

Udine fa invece da cornice alla vita personale di Battaglia e Massimo Marini (l’attore Giuseppe Spata), il giovane ispettore che affianca il commissario nell’indagine. Assieme a loro, Gianluca Gobbi (l’ispettore capo Parisi), il triestino Lorenzo Acquaviva (il questore Ambrosini), Urs Remond (il dottor Carlo Ian, medico di Travenì), Luigi Petrucci (il capo della scientifica Giulio Nistri).

I bambini, che hanno un ruolo centrale nella vicenda, sono Vittorio Garofalo (Diego), Lorenzo McGovern Zaini (Mathias) e Tosca Forestieri (Lucia).

Nel cast anche Eva Cela, Christian Burruano, Mario Ermito e Filippo Velardi. Della serie, prodotta dalla Publispei di Verdiana Bixio e da Rai Fiction con il supporto di PromoTurismo Fvg e di Fvg film commission, abbiamo parlato con la Tuti.

Elena Sofia Ricci, tra gli ospiti della prima serata del festival, ha presentato sul palco di Sanremo la serie sottolineando libro e autore da cui è tratta. Che effetto fa?

«Non è scontato che il libro e l’autore vengano citati. Elena lo ha fatto, promuovendo la serie, ed è stata una grandissima emozione».

La serie, per vari motivi, ha avuto una gestazione più lunga del previsto...

«Il progetto è partito prima che il romanzo uscisse nelle librerie, nel 2018. Verdiana Bixio aveva letto la bozza e si era innamorata subito del personaggio di Teresa. Queste cose richiedono molti passaggi, poi il Covid ha paralizzato tutto, causando notevoli ritardi».

Lunedì il debutto su Rai 1. È pronta?

«Dopo tutto questo tempo pensavo di essermi abituata al fatto che prima o poi sarebbe successo, invece sto provando grandissime emozioni. Quelle incontrollabili e genuine che si provano da bambini. Spero che la serie piaccia. Per me è una gratificazione immensa, al di là del risultato».

Ilaria, che ruolo ha avuto?

«Ne sono rimasta completamente al di fuori, non mi sarei sentita all’altezza. Sono stata fin da subito cosciente che non fosse il mio lavoro. Avrei portato una visione diversa della storia dal momento che il linguaggio scritto di un romanzo e quello visivo di una serie tv o di un film sono diversi. Gli sceneggiatori hanno parlato a lungo con me per capire i personaggi, approfondirli, e arrivare al cuore di Teresa, dell’assassino e di tutti gli altri. Avevano bisogno di trasformare il romanzo in immagini. Il fatto che mi abbiano cercato per capire che direzione prendere è stato rincuorante, mi sono resa conto che non volevano stravolgere, ma rispettare l’anima del libro».

Prime impressioni sulla serie?

«Ho visto solo le due puntate che andranno in onda la prima serata. Mi sono piaciute molto. Ho ritrovato diversi dialoghi del romanzo e sono subito rimbalzata alle pagine di “Fiori sopra l’inferno”, a quando l’avevo scritto. Gli altri episodi non li ho visti, lo farò da spettatrice, voglio godermeli davanti alla tv. Le prime puntate le vedrò con la mia famiglia. Lunedì, tra l’altro, sarà una doppia festa poiché festeggeremo anche il compleanno di mia cugina, che per me è come una sorella».

La “sua” Teresa si rispecchia in quella portata sullo schermo dalla Ricci?

«Elena si è calata nella parte, è un’artista straordinaria con un curriculum immenso. Mi ha cercata subito per parlare di Teresa, si è messa al servizio del personaggio con umiltà e con la sua sensibilità lo ha portato in tv, trasformandosi da donna bellissima a una spettinata e sofferente. È riuscita a parlare alle donne, raccontando la stanchezza di Teresa e sdoganando un argomento delicato come la malattia. Sul set era tutt’altro che una diva. Adesso ho due Teresa, quella che ho immaginato scrivendo il romanzo, che assomiglia a Letizia Battaglia con un caschetto rosso, e quella interpretata da Elena Sofia Ricci, con una treccia materna. Scelta quest’ultima dipesa dal fatto che fosse nel frattempo uscita una serie dedicata proprio alla grande fotografa e non si voleva creare un doppione e fare confusione. Due Teresa che, in ogni caso, hanno entrambe molto da dire».

Infine, i bambini di Travenì...

«I bambini sono una delle parti più belle della serie. Sono riusciti a commuovermi: si vede un’infanzia tradita in molti modi, mostra da Carlo Carlei sempre con molto rispetto e pudore. Mi sono affezionata al personaggio cinematografico di Lucia: è stata meravigliosa, molto talentuosa. Tutta la regione ha partecipato ai casting ed è stata una esperienza alle volte dura, sul set, dovendo stare anche tante ore al freddo. Ringrazio tutti per la pazienza dimostrata».

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