Alimentarsi contro il cancro: «Italia tragicamente indietro»

All’Italia, il suo Paese, non fa sconti. La colloca «anni luce indietro» rispetto al resto del mondo, Usa e Oriente in testa – dove l’oncologia integrata è ormai una realtà consolidata –, e non esita a definirsi voce fuori dal coro, sostanzialmente ignorata (quando non boicottata) dalla comunità medica nazionale, per quanto le sue non siano favole, ma «scienza». Dietro i precetti della luminare Maria Rosa Di Fazio, responsabile del servizio di oncologia del Centro medico internazionale SH Health Service di San Marino e autrice di due best seller (“Mangiare bene per sconfiggere il male” e “Le ricette di mangiare bene per sconfiggere il male”) che le hanno fruttato lo status di “guru” della salute, ci sono numeri, dati, tracciati che attestano, «senza alcun margine di dubbio», come un corretto regime alimentare sia l’alleato migliore dell’uomo nella lotta contro i tumori. E attenzione: non ci si limita, qui, al mantra frutta& verdura, ormai capillarmente diffuso. Già sul primo elemento, tanto per cominciare, l’esperta frena: anche i frutti contengono zuccheri e gli zuccheri vanno temuti come la peste. Idem dicasi per «glutine, latte e derivati», cui Di Fazio attribuisce il ruolo di bestie nere. Insomma: convinzioni diffuse e radicate vanno scardinate, a parere della dottoressa, che venerdì 25 maggio sarà a Cividale (alle 18, a palazzo De Nordis) per illustrare le proprie teorie.
La percentuale di responsabilità dell’alimentazione nella diffusione delle malattie tumorali supera – sostiene il medico, erede professionale del celebre Philippe Lagarde – il 50%. «Parlo - afferma - sulla base dell’esperienza. Posso definire straordinari i risultati conseguiti dai pazienti che seguono scrupolosamente gli indirizzi che fornisco loro. Nei tre anni trascorsi dal mio trasferimento a San Marino, dove applico la cura oncologica integrata, abbiamo raggiunto obiettivi stratosferici». Eppure la sfera della scienza fa, sostiene Di Fazio, orecchie da mercante al rapporto cibo-prevenzione-cura («valida, quest’ultima, per ogni tipo di tumore»). «C’è un’unica regione illuminata, la Toscana, dove - spiega Di Fazio - l’oncologia integrata, quella cioè che affianca all’imprescindibile chemioterapia diversi trattamenti, dall’agopuntura all’omeopatia, fino ad altre discipline alternative, viene praticata». Altrove no, quella via di sponde non riesce a trovarne. Idem dicasi per il grido d’allarme lanciato dall'oncologa sul glutine: «E non è difficile immaginare il perché», abbozza la professionista, riferendosi ai colossi dell'alimentazione. «C’è tanta disinformazione - rincara - e una carenza di preparazione. Gli oncologi non sono ancora in grado, per esempio, di assegnare integratori naturali capaci di risultare sinergici alla chemio. Eppure ci sono le prove che l’unione di regime alimentare, integratori e trattamenti chemioterapici personalizzati permette di ridurre del 70% gli effetti collaterali, inclusa la caduta dei capelli». Già al lavoro per il terzo libro, Di Fazio uscirà a settembre e conterrà «domande e risposte sui tumori». Promosso dall’assessorato alla cultura e dalla biblioteca civica, l’incontro al de Nordis registrerà la partecipazione dell’agronomo Enos Costantini, della dottoressa Maria Parpinel, dell’Istituto di Igiene ed Epidemiologia dell’università di Udine, e del giornalista Guido Mattioni, marito di Maria Rosa Di Fazio e nipote del cividalese Antonio Mattioni, inventore del primo aereo a reazione.
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