Aldo Rizzi, l’uomo d’arte che rese pop il Tiepolo

I direttori dei musei a consesso con Torrenti per nuove sfide
Di Isabella Reale
Passariano, Villa Manin. Celebrazioni Tiepolesche Udine-Passariano. Visita del "Fogolar Furlan" di Venezia. 24.10.1971
Passariano, Villa Manin. Celebrazioni Tiepolesche Udine-Passariano. Visita del "Fogolar Furlan" di Venezia. 24.10.1971

di ISABELLA REALE

Era il 1971 e foto in bianco e nero fissano l'immagine di Aldo Rizzi (Udine, 14 gennaio 1927- 22 ottobre 1996) sullo sfondo di villa Manin di Passariano all’inaugurazione della mostra dedicata a Giambattista Tiepolo che, in pochi mesi, attirò 325 mila visitatori, ma soprattutto ebbe una ricaduta su tutto il territorio facendo di Udine la “città del Tiepolo”: dal 1958 fino al 1985 direttore dei Civici Musei di Udine, ideatore delle Biennali udinesi d’arte, insuperato esempio di sinergia pubblico-privato ai fini della promozione culturale e turistica, Rizzi fu anche fondatore dell’Ente Manifestazioni Udinesi e dell’Associazione Amici dei Musei, arricchendo le collezioni civiche di opere e archivi, aprendo nuove sezioni museali, tra cui l’Etnografico e la Galleria d’arte moderna con la Collezione Astaldi. Specialista dell’arte veneta barocca oltre che divulgatore di quella friulana, autore di monografie storiche quali Carlevarijs, Ricci, Carneo, Bombelli, Grassi, nel corso della sua carriera scrisse saggi, monografie e articoli per un totale di 375 titoli tradotti in più lingue. Sotto la sua curatela villa Manin venne restaurata e adibita a uso culturale, ed è proprio qui, nella villa del Doge, dove si conserva ancora l’ufficio da lui arredato, che la figura di Aldo Rizzi sarà ricordata in un convegno, oggi, dalle 16, a vent’anni esatti dalla sua scomparsa: dopo la presentazione nel 2007 in Castello a Udine del volume tributatogli dalla rivista dell’Università di Venezia Arte Documento “Un’identità: custodi dell’arte e della memoria: studi, interpretazioni, testimonianze in ricordo di Aldo Rizzi” a cura di Pilo, De Rossi e di chi scrive, oggi lo ricordiamo anche a quarant’ anni dal terremoto del Friuli, che lo vide protagonista non solo delle prime operazioni di salvaguardia ma anche, con mostre itineranti a livello europeo, Friaul lebt, come promotore del recupero e rilancio del nostro patrimonio d’arte.

Ma il convegno “Direttori di Museo cercasi: il ruolo dell’istituzione museale nella promozione attiva del sistema dei beni culturali della nostra regione”, voluto dall’assessore Gianni Torrenti e promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia attraverso l’Erpac, Ente regionale Patrimonio Culturale, non ha affatto intenti celebrativi e intende riflettere sul ruolo della figura professionale del direttore di Museo ai fini della valorizzazione del nostro patrimonio culturale, alla luce delle più recenti normative statali e regionali in materia di istituzioni museali: punto di partenza è proprio la figura di Aldo Rizzi, che il tempo anziché sfocare ha reso ancor più nitida per i tanti collaboratori ed estimatori che, come chi scrive, hanno imparato il “mestiere” sotto la sua guida severa, e condiviso l’idea di un Museo al servizio della crescita culturale del territorio, fondato su un rapporto stretto col pubblico, con i collezionisti, studiosi, e ambizioso nel dialogo con le massime istituzioni cultural. i, che da ogni dove intervenivano nei suoi convegni e studi di respiro internazionale. Dopo decenni di scarsa attenzione, anche nella nostra regione infatti in particolare i musei civici che sono i più diffusi e oggi in forte crisi, come già indicano i primi risultati delle indagini conoscitive promosse dall’Erpac che saranno presentati al convegno stesso, sono chiamati a svolgere un preciso ruolo per il loro territorio: l’istituzione “museo” è stata infatti recentemente posta al centro del sistema dei beni culturali grazie ai nuovi orientamenti indicati dalla Legge voluta dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali (legge 29 luglio 2014, 106) aprendo anche a figure al di fuori del Ministero la selezione pubblica per la nomina dei nuovi direttori dei poli museali. Questi e altri interventi, tra cui la volontà di valorizzare le professionalità e puntare sull’autonomia delle direzioni museali ai fini di un’ottimale valorizzazione del patrimonio, hanno messo in moto un’importante fase di trasformazione dell’attuale assetto dei nostri Istituti. Su questa linea si è attivata anche la Regione Friuli Venezia Giulia attraverso la legge regionale 23 del 2015 che ha istituito il sistema regionale di musei ponendo dei precisi standard di qualità da raggiungere se ci si vuole fregiare della tabella di “Museo”, tra cui ovviamente una direzione scientifica adeguata. A parlarne operatori e direttori di museo forti di solida esperienza, con dibattito finale aperto a tutti, e ci auguriamo soprattutto alle nuove leve dei musei del futuro, con il sostegno anche di Icom Italia, Amici dei Musei e Club Unesco di Udine, Società Filologica e Comune di Udine.

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