Al palasport di Cividale tre ore di ballo con Mamma Mia!

Martedì 12 e mercoledì 13 la compagnia diretta da Piparo. Sergio Muniz avverte: «Vi faremo muovere»

Ritorna in Friuli il musical dei record: è “Mamma Mia!”, la commedia più conosciuta e apprezzata al mondo in viaggio per la seconda stagione consecutiva per i teatri di tutta Italia staccando biglietti e infinite emozioni. Con la regia e l’adattamento di Massimo Romeo Piparo, il cast capitanato da Luca Ward, Paolo Conticini e Sergio Muniz al fianco di Sabrina Marciano arriva al Palazzetto dello sport di Cividale, oggi, martedì e mercoledì 13, per due imperdibili serate (inizio alle 21).

I biglietti per lo spettacolo, prodotto da PeepArrow Entertainment e Il Sistina, sono ancora in vendita sul circuito Ticketone (tutte le informazioni su www.azalea.it). A riscaldare l’attesa le parole di Sergio Muniz, uno dei protagonisti di questa impresa tra spettacolo, musiche degli Abba, orchestra dal vivo e una scenografia unica.

Numeri senza precedenti, c’era da aspettarselo? «Appena iniziato certamente no: era un buon lavoro, ma da quello a essere ciò che dicono i numeri, il musical più visto degli ultimi dieci anni, non ce lo aspettavamo. Ora che siamo al secondo anno possiamo dire di sì». Cosa affascina di più di questo show? «È un complesso di fattori: sorprende e affascina proprio perché tutto funziona bene, una storia affascinate, delle musiche meravigliose, canto e recitazione ben interpretati».

Com’è condividere la scena con altri pretendenti come Luca Ward e Paolo Conticini? «È molto interessante: siamo tanto diversi e siamo riusciti a compenetrarci bene. Componiamo un bel trio e sicuramente si impara moltissimo».

Come si è preparato Sergio Muniz per questo ruolo? «Ci ho messo tanto di mio, adattandolo a me stesso: è sempre un personaggio che vive e lavora a Londra, ma di origini spagnole. E poi ho giocato molto sulla sua dualità: da giovane era un rockettaro, poi è diventato più impostato e pettinato e quindi mi piace far emergere questi particolari».

Alla fine lo spettatore cosa si porta a casa? «Di certo un po’ di stanchezza perché li facciamo ballare! Sono tre ore che a detta di tutti passano molto in fretta. Ci dicono di averli fatti emozionare, prima ridendo e poi piangendo, e questo è bellissimo perché in fondo il nostro lavoro è proprio dare emozioni».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto