Addio a Oz scrittore e polemista nel 2007 fu protagonista a Dedica

UOMO DI PACE
Non usava il computer e sulla sua scrivania aveva sempre due penne Amos Oz, lo scrittore israeliano morto a 79 anni: una era quella politica che adoperava quando si «arrabbiava», l’altra quella del narratore che stava usando per scrivere un nuovo romanzo. Ma di un libro si parla quando è finito, perché «mentre si scrive è come essere nella condizione di una donna incinta e una donna in attesa di partorire non dovrebbe mai essere sottoposta ai raggi X», raccontava lo scrittore lo scorso giugno a Taormina per il Taobuk Festival, che lo ha premiato con il Taobuk Award for Literary Excellence insieme a Elizabeth Strout. In Friuli in particolare lo si ricorda per quella tappa a Pordenone, nel marzo del 2007, ospite applauditissimo del festival Dedica.
A Taormina Oz aveva tenuto la lectio magistralis confermando il suo sguardo acceso sul presente, la sua visione di intellettuale sempre in prima linea nella lotta contro le ingiustizie e i conflitti. E aveva puntato il dito sulla politica, diventata, a suo giudizio, «una seconda industria dell’entertainment, del divertimento. E, mi dispiace dirlo, anche molti media non fanno altro che fare del divertimento».
Si vota, ragionava lo scrittore, con l’idea «che sia una cosa leggera. Il voto, sotto certi punti di vista, è diventato una barzelletta. Ma, bisogna ricordare, e io non sono un leninista, quello che disse chiaramente Lenin: la politica è destinata a perdere se non le daremo la giusta importanza. La politica si è spettacolarizzata e questo ha portato a un disastro enorme che diventerà ancora più colossale se non riusciremo a rivalutare in modo pervicace tutti i veri elementi della democrazia». Cittadino appassionato, l’autore di “Una storia d’amore e di tenebra”, di “Giuda” e di “Cari Fanatici” era arrivato anzi a ipotizzare la necessità di un esame da far sostenere ai cittadini «prima di votare».
«Una notizia che ci addolora profondamente, quella della morte di Amos Oz, uomo, artista e intellettuale di assoluta grandezza, sia per la produzione letteraria sia per l’impegno civile. Lo ricordiamo con grande affetto ospite di Dedica, a Pordenone, nel 2007 – hanno scritto i promotori –. Allora il festival distribuiva i suoi appuntamenti nell'arco di due settimane, nel corso delle quali lo scrittore israeliano, accompagnato dalla moglie, più volte ribadì il sui impegno per la pace e contro ogni fanatismo. Presentò in anteprima il nuovo libro “Non dire notte”. Intervenne con lui Inge Feltrinelli. Oz fu ricevuto in municipio e ricevette il sigillo della città, primo fra gli scrittori di Dedica a ricevere il riconoscimento». —
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