Addio a Moreno lo storico friulano che identificò i bronzi di Riace

Con Paolo Moreno scompare uno dei più noti storici dell’arte antica del nostro Paese, studioso e divulgatore infaticabile del patrimonio culturale del Mediterraneo classico, autore di un mosaico di studi che hanno contributo a rendere viva l’arte greca e romana.
Nato a Udine nel 1934, aveva frequentato il Liceo classico statale “Jacopo Stellini”, che non dimenticava mai di citare nelle sue biografie, per riconoscenza verso quella sua prima formazione. Collaborava con l’associazione Stelliniani e, quando poteva, tornava a parlare ai ragazzi dello Stellini. Laureato in Archeologia cristiana con Adriano Prandi a Bari, aveva proseguito gli studi ad Atene e a Roma, dove si era perfezionato con Ranuccio Bianchi Bandinelli e Giovanni Becatti.
Aveva quindi insegnato a Bari e a Roma, dividendosi tra i corsi di archeologia e quelli di storia dell’arte antica, affiancando all’attività accademica, lungo tutta la sua carriera, un’instancabile opera di divulgazione in musei, riviste, mostre, scuole e istituti, trasmissioni televisive.
Rispetto all’impostazione tradizionale della storia dell’arte sostenne la necessità di affiancarvi il contributo delle discipline scientifiche per verificare ipotesi di lavoro ed attribuzioni. Intervenne ad esempio nella complicata questione dell’identificazione dei Bronzi di Riace che dal 1972 occupò per due decenni archeologi e storici dell’arte prima dell’esito definitivo del restauro a cui furono sottoposte le due statue. Incrociando i risultati dell’analisi delle terre di fusione dei bronzi con un’indagine stringente sulle fonti storiche documentarie, Moreno identificò i due splendidi guerrieri in Tideo e Anfiarao, tra i protagonisti della mitica spedizione di Argo contro Tebe messa in tragedia da Eschilo nei “Sette a Tebe”. Sua anche l’individuazione definitiva del soggetto del grandioso mosaico (due milioni di pezzi) trovato nel 1831 nella Casa del Fauno a Pompei e da quell’epoca al Museo Nazionale Archeologico di Napoli. Costruito sulla base del dipinto (perduto) di Filosseno di Eretria, uno dei pittori greci più famosi del III secolo a.C., il mosaico riprodurrebbe non la battaglia di Isso del 333 a.C. bensì quella di Gaugamela di due anni dopo, nella quale Alessandro Magno, raffigurato a sinistra in sella a Bucefalo, sconfisse Dario e abbatté l’impero achemenide. Una missione del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine ha definitivamente individuato il sito della battaglia di Gaugamela a Gir-e Gomel, nel Kurdistan iracheno e dal 2017 vi conduce scavi archeologici.
Ma la poliedricità e la passione di uno studioso come Paolo Moreno non può essere riassunta in poche righe: 859 titoli conta infatti la sua bibliografia, aggiornata solo fino al 2017, e consultabile sul suo sito paolomoreno.com. —
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