Addio a Luca Ronconi, il grande rivoluzionario del teatro

MILANO. È morto ieri sera a Milano Luca Ronconi, dove ancora a 82 anni con il consueto piglio rivoluzionario dirigeva il Piccolo Teatro. Attore, ma soprattutto regista poliedrico e innovatore, è stato una delle anime del Teatro italiano più famose nel mondo, fino ai palcoscenici dell'opera lirica e al cinema. A quanto si apprende la morte potrebbe essere stata causata da un virus che il maestro avrebbe contratto di recente e che avrebbe complicato la sua situazione di salute, già compromessa dalla dialisi. Da giovane attore lavora con i grandi degli anni 50, da Squarzina a Gassman, e con registi come Orazio Costa, Giorgio De Lullo e Michelangelo Antonioni. Per iniziare lui la strada della regia con la compagnia di Corrado Pani e Gianmaria Volonté. Grandi interpreti e lavori d'avanguardia. Fino all'esplosione con il celebre Orlando furioso nella versione di Edoardo Sanguineti, lo spettacolo che diverrà famoso in mezzo mondo e dall quale - anni dopo - venne tratta anche una versione televisiva a puntate. Siamo agli anni Settanta, quando dirige il Laboratorio di progettazione teatrale di Prato. Sono gli anni di spettacoli memorabili, tra cui Orestea di Eschilo 1972, Utopia da Aristofane 1976, Baccanti di Euripide 1977, La torre di von Hofmannsthal 1978.
In seguito dirige il Teatro Stabile di Torino e il Teatro di Roma. Nel '99 l'approdo al Piccolo Teatro di Milano, la creatura di Strehler che lui rilancerà mantendendone la fama di uno dei centri della cultura teatrale internazionale. Come regista lirico, ha curato l'allestimento di moltissime opere, soprattutto classici italiani (Monteverdi, Bellini, Rossini - Ronconi ha partecipato più volte al Rossini Opera Festival di Pesaro - Verdi e Puccini) e stranieri contemporanei (Il caso Makropulos di Janacek e Turn of the Screw di Britten).
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