Addio a Gustafsson, il cordoglio del Friuli per il Borges svedese

La scomparsa, a 79 anni dello scrittore e filosofo, ha suscitato grande commozione anche in Friuli dove era stato pochi mesi fa per ritirare il premio Internazionale Nonino
Udine 29 gennaio 2016.Interviste Premio Nonino 2016: Lars Gustafsson.Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Udine 29 gennaio 2016.Interviste Premio Nonino 2016: Lars Gustafsson.Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

UDINE. La scomparsa, a 79 anni dello scrittore e filosofo svedese Lars Gustafsson ha suscitato grande commozione anche in Friuli dove era stato pochi mesi fa per ritirare il premio Internazionale Nonino. Studioso di matematica e filosofia, poeta, saggista, drammaturgo e romanziere fra i piú tradotti all’estero, era nato nel 1936 a Vasteras. «Nei suoi racconti come nelle poesie - si legge in una nota della sua casa editrice in Italia, Iperborea – si riconosce quella vena fantastica, quel gioco dell’erudito che scherza con la propria erudizione, quell’ossessione per il tempo e per l’identità che l’hanno fatto definire il “Borges svedese”».

«Sarà la cultura a salvare l’Europa posta davanti alle sfide epocali delle grandi migrazioni e della globalizzazione alimentata dal cyberspazio», aveva detto ritirando il premio internazonale Nonino. «Queste sfide ci portano indietro agli antichi - aveva detto - per esempio il grande tragico greco Euripide trattava dei rifugiati, descrivendo la loro nudità,in senso non anatomico, ma per dire quanto fossero disarmati. La cultura e la letteratura europee - aveva proseguito - ci offrono strumenti per affrontare questa esperienza, senza diventare cinici da un lato, e senza esserne distrutti dall’altro. Facile criticare la Svezia per le ultime decisioni - aveva aggiunto - ma non si possono lasciare le persone a dormire sui marciapiedi d’inverno».

«Sono orgoglioso di quanto ho fatto come scrittore. Oggi mi occupo di letteratura soltanto dalle due alle cinque del pomeriggio. Non so ancora cosa sono ma, aggiunge sorridendo, faccio continui tentativi di scrivere un romanzo esistenzialista», aveva detto Gustafsonn a Fabiana Dallavalle nell’intervista concessa al Messaggero Veneto. «Ragionamento e immaginazione non possono stare nella stessa opera. Sarebbe una catastrofe – aveva riconosciuto –. Ma ci sono scrittori che ne sono capaci, come Kafka. Il trucco c’è ovviamente, ma non si può raccontare, soltanto mostrare. In un romanzo non posso fare analisi filosofiche, ma posso mostrare, rappresentare un certo tipo di esperienza. Scrivendo letteratura si possono fare degli esperimenti con il pensiero che riescono molto efficaci per tante questioni filosofiche come a esempio quella dell’identità».

Emblematico il romanzo “Il pomeriggio di un piastrellista” per spiegare la contiguità della scrittura con la filosofia: «I personaggi che metto in scena divagano in continuazione, riflettono o semplicemente viaggiano mentalmente seguendo le loro libere associazioni, talvolta lo fanno entrando in un mondo diverso da quello reale in cui vige però comunque una logica. La vita è senza significato, diceva Shopenauer, il significato dipende da noi. L'unico valore della vita è nella dissonanza». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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