A Santa Maria la Longa un testo sulla decimazione della brigata Catanzaro

VALERIO MARCHI
La Biblioteca comunale di Santa Maria la Longa ospiterà domani, alle 20.30, la presentazione del libro edito da Aviani & Aviani: “Questa sera verrà il bello! Decimazione di Santa Maria la Longa Brigata Catanzaro”. È un lavoro importante, come dimostrano anche le autorevoli prefazioni dei professori dell’università di Udine Andrea Zannini e Umberto Sereni. Quest’ultimo, peraltro, affiancherà l’autrice nella presentazione, arricchita da letture sceniche affidate alla regia di Francesco Accomando, con gli attori di Oltreconfine - Cikale operose.
L’autrice è Giulia Sattolo, nativa di Santa Maria la Longa, laureata in Lettere nel 2006 con una tesi proprio sulla fucilazione della Brigata Catanzaro.
Già assegnista di ricerca all’ateneo udinese, è stata coordinatrice storica della mostra sulla Grande Guerra “Frammenti di memorie. Cividale del Friuli e la Società Operaia durante la Prima Guerra Mondiale” e ha pubblicato saggi (poi raccolti in un volume curato dallo Stato Maggiore della Difesa) sugli orfani della Grande Guerra in Friuli e nella Venezia Giulia e sui ragazzi del ’99. Ha altresì partecipato alla realizzazione del docufilm “Non ne parliamo di questa guerra”, per la regia di Fredo Valla.
Come ha scritto Andrea Zannini, «non si può capire Caporetto, e dunque la guerra degli italiani, senza la rivolta della Brigata Catanzaro»: un episodio «sepolto nella memoria dei posti, sinonimo di vergogna e disonore, che finalmente è stato riportato alla luce».
Uno dei casi più tragici di insubordinazione dell’esercito italiano nella Grande Guerra, avvenuto nel luglio 1917 e del tutto adeguato per dimostrare, «oltre all’insanabile frattura tra i comandi dell’esercito italiano e la truppa, il profondo scollamento sociale con cui l’esercito italiano, e dunque anche la società italiana, andarono in guerra». “Questa sera verrà il bello!” si rivela perciò «un documento prezioso per capire, prima ancora che la storia della guerra, la storia del soldati nella guerra»: quei soldati tra cui, proprio a Santa Maria la Longa, c’era Giuseppe Ungaretti, che l’anno prima aveva pubblicato a Udine la raccolta “Porto Sepolto” e che a Santa Maria la Longa scrisse la celebre poesia “Mattina” datata 26 gennaio 1917.
Umberto Sereni, oltre a ricordare gli anni di studi e di ricerche dell’autrice, mossa sempre da genuina passione civile e da pietà solidale per le vittime, ha riflettuto sui 28 fanti fucilati per la ribellione contro le insostenibili condizioni cui erano costretti.
Rileggendo la loro storia «è impossibile resistere a un moto di indignazione che è lo stesso che proviamo ogni qualvolta verifichiamo, nelle cose di casa nostra, come sia ricorrente scaricare sugli ultimi le colpe, le responsabilità, l’inadeguatezza di chi sta in alto». Per onorare i fanti della Catanzaro – continua Sereni – d’Annunzio liberò i loro corpi dalle sterpaglie che li coprivano e li rivestì d’acanto, perché «l’acanto aveva il potere di vincere la maledizione biblica della Genesi (per te il suolo produrrà spine e cardi) e chi si adornava delle sue foglie era destinato all’eternità della gloria». Con il suo libro, Giulia Sattolo «ha rinverdito l’acanto nel quale riposano gli eroi della Catanzaro». —
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