A Palazzolo c’è la clinica dei fratelli Andrea e Fabiano Cudin
Non sfugge, al passaggio sui 50 orari obbligato, il Garage Stella di Palazzolo, sulla destra andando verso Lignano. Lo noti per lo sfoggio di 500, sistemate in posizione da parata nel cortile dell’off...
Non sfugge, al passaggio sui 50 orari obbligato, il Garage Stella di Palazzolo, sulla destra andando verso Lignano. Lo noti per lo sfoggio di 500, sistemate in posizione da parata nel cortile dell’officina. Una pacifica convivenza fra arrugginite e rimesse a nuovo come Dio comanda. I fratelli Andrea e Fabiano Cudin non accettano compromessi: ovvero, quel restauro così, alla carlona, tanto per mascherare le magagne e far bella figura fuori dal bar. «Sappiamo bene cosa succede se consegniamo un’auto raffazzonata, voluta espressamente così dal cliente. Il giorno dopo tornerà, lamentandosi. “Sì, bene, ma la porta non si chiude”. Oppure: “E questa macchietta qui?” O ancora: «Sento un rumorino strano, cos’è?”. Per tutto ciò preferiamo operazioni drastiche. A quel punto, rispondiamo noi. Ma difficilmente passano, se non per salutarci».
A inoculare ai ragazzi la passione per le piccole italiane dei Cinquanta fu il babbo Francesco alla fine dei Sessanta. Aprì l’attività già con la voglia primaria di affondare le mani nei motori delle baby di casa Fiat. Allora ne giravano parecchie di nuove e di seminuove. “Papà ci insegnò il mestiere e giocoforza pure noi due c’innamorammo del modello, ma - se serve - interveniamo anche su 600, Bianchina e su altri gioiellini del Made in Italy dei tempi belli».
L’auto storica, ora, è nel periodo “in”. Il mercato sale, certi modelli griffati hanno raggiunto prezzi improponibili e le fiere gongolano. Allora, quanta grana serve per parcheggiare in garage una 500, Fabiano? «Be’ per un quasi rottame servono dai mille ai mille e cinque, per una restaurata abbastanza bene sui sette mila fino ai dodici/quattordici per automobili perfette in ogni componente. Come appena uscite da Mirafiori. Cambia il discorso per una N dei Cinquanta: svariate decine di migliaia di euro per portarsela a casa. Le più diffuse, ovviamente, sono le L. Noi ne prepariamo due o tre all’anno e i nostri acquirenti più fedeli sono gli austriaci e i tedeschi. Da loro sono macchine culto. E le vogliono immacolate. Come piacciono a noi». (Gpp)
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