Udine, la galleria Modotti ospita una mostra di fotografie

“Album di famiglia. Fotografia in Friuli 1850-1950” è il titolo dell’esposizione che sarà inaugurata martedì 12 dicembre

UDINE. Nel 1859, Charles Baudelaire definì la fotografia “Il rifugio di tutti i pittori mancati”. Tradizionalisti e innovativi si scontrarono per anni, ma alla fine trionfò una nuova arte. La diffusione della pratica fotografica sarà immediata e inarrestabile anche in un Friuli, rurale e arretrato, che non sfuggirà alla contaminazione di questa “invenziòn che pàr divine” scriverà Pietro Zorutti nel 1863.

Per secoli, anche nel nostro territorio, la pittura e la scultura hanno abitualmente tramandato i ritratti di famiglia, riservandoli a pochi privilegiati come la nobiltà, il clero, la ricca borghesia, spesso con finalità di illustrare il lignaggio, il potere politico ed economico.

Per le classi più povere, fino a quel fatidico 19 luglio 1839 quando a Parigi venne presentata “l’invenzione” della fotografia, era un “mondo senza immagini”. La fotografia è democratica, diviene un mezzo popolare e accessibile a molti, lo scatto con il “vestito buono della domenica” è un’operazione da esercitare almeno una volta nella vita.

Quale sia l’entità esatta del patrimonio di immagini fotografiche conservato da ogni singola famiglia, è un dato impossibile da definire. Possiamo solo immaginarlo come un enorme, infinito deposito di memoria, individuale e collettiva.

“Album di famiglia. Fotografia in Friuli 1850-1950” è il titolo dell’esposizione, supportata da un catalogo curato da Alvise Rampini con saggi di Paolo Medeossi e Stefano Allegrezza, organizzata dall’Irpac Istituto regionale di promozione e animazione culturale in collaborazione con la Regione Fvg, il Comune di Udine, i Civici Musei, a Fondazione Friuli e con il patrocinio dell’Università, che sarà inaugurata nella Galleria Tina Modotti martedì 12 dicembre, alle 18.

La seconda parte della mostra sarà visitabile nella Chiesa di Sant’Antonio abate dove saranno anche esposte alcune macchine fotografiche d’epoca della collezione di Emilio Giacobbi.

Il ritratto nella fotografia, si basa su due scenografie ben distinte. Nella prima troviamo immagini della famiglia talvolta senza uomini, quelle spedite dalle mogli con i figli ai mariti, spesso oltreoceano; nella seconda tipologia quelle dei lavoratori all’estero o dei giovani durante il servizio militare, che inviano i propri ritratti rassicuranti alle famiglie rimaste in patria: una trasmissione lenta di scatti fotografici stampati spesso su “cartolina postale”, che venivano custoditi gelosamente nei taccuini o nei cassetti delle abitazioni.

Questo Facebook analogico, che impiegava settimane o perfino mesi per raggiungere il destinatario, era supportato da veri e propri post, messaggi rassicuranti che dovevano esaltare i sentimenti più belli.

Questi scatti sono eseguiti negli atelier cittadini da fotografi professionisti, mentre sono numerose le immagini, presenti in mostra, stampate su pannelli di grandi dimensioni, dove è possibile visionare scatti amatoriali. Così troviamo immagini di famiglie al mare, Grado e Lignano, in montagna, le classiche fotografie degli alunni nelle scuole, durante le cerimonie, gruppi di coscritti, congedi e tanto altro.

Le fotografie raccolte e selezionate in questi anni dall’Irpac sono state consegnate da una trentina di famiglie, altre provengono da alcuni importanti istituti della nostra regione, una parte sono state inviate da emigrati friulani. Visite da venerdì a domenica, dalle 11 alle 18.30, fino al 21 gennaio 2018

(curatore della mostra*)

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