Un piccolo Triassic Park nel cuore delle Dolomiti FOTO

Claut meta di appassionati per l’impronta di dinosauro di 215 milioni di anni fa. E sotto il borgo di Lesis varie testimonianze fossili impresse sui sassi del Cellina

CLAUT. Cittadella del Parco delle Dolomiti Friulane, Claut è baciata da incomparabili bellezze paesaggistiche e naturali. Una territorio particolare quello di Claut, che fa gioire gli appassionati di geologia, mentre alcuni accorgimenti valorizzano un turismo legato alla natura, per la felicità di escursionisti e bambini.

A Claut si scoprono certi angoli un po’ appartati di quel Parco delle Dolomiti friulane, ormai patrimonio dell’umanità, tutelato dall’Unesco. Proprio a Claut è stato scoperto dalla metà degli anni Novanta un nuovo archetipo del Parco, che si è aggiunto alle immagini del Campanile di Val Montanara e dell’aquila reale.

Un fiero dinosauro, ammiccante da depliant e cartelloni stradali, porge il benvenuto a tutti. Merito del professor Gianpaolo Borsetto. Lui ha dato notorietà a quell’impronta e mezza di dinosauro del Triassico Superiore - 215 milioni di anni fa – disegnata su un grande masso che, a cinque minuti da Casera Casavento, giace nel letto del torrente omonimo, in parte alla Val di Gere, sotto la storica Forcella Clautana, a 947 metri di quota.

Da allora la malga è diventata una meta simbolo del Parco. Ma pochi sanno che, poco più sotto, subito dopo il borgo di Lesis, prima che l’asfalto s’inerpichi per ripidi tornanti, ci si può calare sul greto del torrente Cellina, godendo dello spettacolo di varie testimonianze fossili sui sassi del fiume.

Sono tronchi e rami. Cunei naturali, inseriti in grandi sassi o cesellati come nessun artista avrebbe mai potuto fare. Gli appassionati delle escursioni, da Casera Casavento possono salire per il sentiero degli alpini, fino alla Forcella Clautana a 1432 metri, fotografando lungo il percorso splendidi raponzoli di roccia.

Sulla forcella un cippo monumentale onora gli alpini dell’8° Reggimento che nel 1912 aprirono il tracciato. Altre tre targhe ricordano come all’inizio di novembre 1917, alpini, arditi e fanti, si sacrificarono, cercando invano di fermare, dopo Caporetto, l’invasione di tedeschi e austriaci, guidati da un giovane Erwin Rimmel, destinato a diventare famoso.

Coloro che rinunciando a salire fin lassù, possono fermarsi alla baita. Troveranno la cortesia del gestore Danilo Bettin e della moglie Emma, ottimi cuochi che accolgono i nuovi arrivati tutti i giorni in agosto, mentre a settembre chiudono solo di lunedì. Oltre a loro, porgono il benvenuto ai bambini nove asinelli che brucano curiosi sul pianoro attorno alla fontana.

Due, Gigio e la piccola Pasqualina, sono albini. Entrambi fraternizzano con Robespierre, nato il 14 luglio di due anni fa, e Orione che, partorito a San Lorenzo, il 24 giugno dell’anno scorso, si è aggiunto al gruppo di Luna, Asia, Gigia, Margherita e Petalo.

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