Un lungo secolo di alpini tra foto e la maxi bandiera
Una mostra di scatti d’epoca aprirà il programma di eventi a San Giovanni al Natisone. Il capogruppo Masau: «Così si riconosce la continuità del legame con la gente»

Compie un secolo di vita il gruppo alpini di San Giovanni al Natisone, rendendo ancora più ricco l’anno per le penne nere locali dopo il settantesimo dei colleghi di Villanova dello Judrio. Era il 1925 quando, in seno alla sezione Ana di Udine, nacque ufficialmente il sodalizio, ma già da quattro anni, nel dopoguerra, un nucleo di reduci aveva cominciato a riunirsi nel nome della memoria e del senso di appartenenza.
L’anniversario sarà celebrato con un fitto programma di appuntamenti che coinvolgeranno scuole, istituzioni e l’intera comunità. Le date da segnare sul calendario sono quelle del 3 e 4 maggio, ma le iniziative partiranno già da martedì 15 aprile, a cominciare dalla mostra fotografica diffusa “Scatti con la penna”. L’esposizione raccoglierà immagini di vita alpina – giuramenti, esercitazioni, momenti di camerata e tanto altro – e verrà allestita in esercizi pubblici del paese, colorando le vetrine. «Non volevamo un evento autoreferenziale – spiega il capogruppo Stefano Masau –. Il nostro è un secolo vissuto nella comunità, e con essa vogliamo condividerlo. La storia degli alpini è anche la storia del nostro paese».
Il 3 maggio sarà dedicato ai più giovani: gli studenti delle scuole medie parteciperanno a una visita didattica al museo del monte San Michele, luogo simbolo della Grande guerra. La sera, nell’auditorium “M.F. Zorzutti”, andrà in scena “Di qui non si passa – La storia degli Alpini”, spettacolo di narrazione storica scritto e interpretato da Luca Piana, con l’accompagnamento del Coro alpini Passons.
Le celebrazioni culmineranno l’indomani con il cerimoniale solenne, scandita dalla musica della Banda filarmonica di Vergnacco. Alle 9.30 è previsto l’ammassamento in viale della stazione, vicino al monumento alla Divisione Julia, dove si ritroveranno rappresentanze dei gruppi provenienti da tutto il Friuli. Dopo l’alzabandiera e la deposizione della corona, partirà il corteo cittadino, arricchito da un elemento fortemente simbolico: una bandiera tricolore lunga cento metri, portata a spalla da studenti e membri delle associazioni locali. Un drappo realizzato dalle stesse penne nere, dopo aver acquistato la stoffa. Il corteo proseguirà quindi fino al tempietto di San Giusto per un secondo omaggio floreale; quindi, giungerà alla chiesa parrocchiale per la Santa Messa. I discorsi delle autorità si terranno sul sagrato, seguite dal pranzo conviviale in oratorio. «Celebrare il centenario – conclude Masau – non significa guardare al passato con nostalgia, ma riconoscere la continuità di un legame. Il cappello alpino non è soltanto un simbolo militare, è parte della nostra identità». Guardando alla storia, il primo capogruppo fu il sottotenente Bruno Furlani e, alla sua morte nel 1930, il gruppo ebbe un periodo di stasi, fino al 1933 quando venne ricostituito sotto la sezione di Cividale e il capogruppo fu Antonio Braida, contando 63 soci. Passato sotto Udine nel secondo dopoguerra, il sodalizio vide alla sua guida Oreste Fedele, Renzo Don, Umberto Venuti, Silvano Zamò, Italo Felcaro (rimasto in carica per 35 anni), Dino Meroi, Claudio Bosco, Benno Alimonda per più mandati, Fabrizio Cecotti, Roberto Canciani e infine l’attuale Masau.
Il comitato locale, così come gli altri della zona, è molto legato nel ricordo della tragica campagna di Russia, in quanto proprio da San Giovanni molte penne nere partirono via treno per raggiungere il fronte.
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