Udine, saranno abbattuti altri 50 alberi. E la città protesta: salvateli

Da Cussignacco a Italia nostra il fronte ambientalista si allarga a macchia d’olio. Ma l’esperto spiega: ogni anno sostituiamo 150 piante, è un fatto fisiologico
ANTEPRIMA chiusura v. palmanova zona udine
ANTEPRIMA chiusura v. palmanova zona udine

UDINE. Tra qualche giorno saranno abbattuti tre platani secolari in viale Palmanova. Sono instabili e basta un niente perché finiscano a terra. Come loro un’altra cinquantina di piante si è seccata e sarà rimossa.

Servono altre regole anche per i giardini privati
Udine 26 agosto 2019 Parco Loris Fortuna. © Foto Petrussi

È una questione di sicurezza ripetono il vicesindaco, Loris Michelini, e il dirigente del verde pubblico, Lucio Bernardis, mentre in città si solleva il fronte ambientalista che chiede maggior tutela per il verde. Da Italia nostra ai consiglieri d’opposizione del Pd nessuno accetta l’abbattimento delle piante.

Udine 26 agosto 2019 Parco Piazza Patriarcato. © Foto Petrussi
Udine 26 agosto 2019 Parco Piazza Patriarcato. © Foto Petrussi


La questione non è nuova e nel momento in cui l’Amazzonia va fuoco e il verde verticale caratterizza le città moderne, Udine scende in campo contro il taglio delle piante.

Sono in molti a criticare anche gli interventi effettuati nei mesi scorsi quando il maltempo aveva reso insicuri diversi alberi: lo stesso vale per il taglio dei pini marittimi in via Pieri o lungo l’argine della roggia in via Marsala. Ma andiamo con ordine.

Udine 26 agosto 2019 Parco della Rimembranza. © Foto Petrussi
Udine 26 agosto 2019 Parco della Rimembranza. © Foto Petrussi


Viale Palmanova

«Tra una quindicina di giorni l’impresa che ha eseguito i lavori o la proprietà dell’ex Coca Cola taglieranno i tre platani che, a differenza di quanto pensavano, non sono riusciti a salvare. «A volte – spiega Bernardis – si fanno previsioni ottimistiche.

In viale Palmanova hanno tentato di realizzare la pista ciclabile e le infrastrutture sotterranee sperando e auspicando di salvare gli alberi». Ma non è andata così. A scavo aperto Bernardis ha avuto modo di verificare che la situazione di alcune piante era grave.

Da qui la decisione di effettuare le verifiche statiche che hanno confermato l’instabilità di tre platani. Uno dei quali è anche malato.

«I funghi – aggiunge il tecnico – stanno mangiando il tronco che ormai è instabile». Michelini, invece, replica alla consigliera dem, Eleonora Meloni, e al consigliere di quartiere, Mario Barel, che proprio l’altro giorno, hanno chiesto spiegazioni sull’abbattimento dei platani che, a loro avviso, non va fatto.

«Ricordo a Meloni e Barel – afferma il vicesindaco – che la sostituzione di alcuni alberi in viale Palmanova, in corrispondenza dei lavori della rotatoria ex Coca-Cola, è conseguente alle autorizzazioni che loro stessi hanno rilasciato per la realizzazione di un centro commerciale invasivo per la viabilità, che va a lambire il corso d’acqua e scaricando l’impatto sulla parte opposta della strada, soffocando così alcuni platani.

Meloni e Barel da un lato si dicono ambientalisti e, quindi, vorrebbero tutelare le piante, dall’altro rivendicano le rotatorie pagate dalle attività commerciali». Scaramucce politiche a parte, Michelini insiste a dire: «Devo tutelare l’incolumità delle persone, di fronte ai tre platani instabili non posso far finta di niente.

Non a caso abbiamo deciso di assumere un agronomo per garantire consulenze anche ai cittadini che, in molti casi, temono la caduta degli alberi nei giardini».

Nel resto della città

Il problema non resta circoscritto in viale Palmanova, ma si estende in tutta la città. «Stiamo monitorando una cinquantina di piante ormai seccate – continua Bernardis –, erano affette da malattie incurabili e, quindi, le loro condizioni di salute non potevano che peggiorare».

L’esperto non ha alcun problema a precisare che si tratta «di abbattimenti fisiologici: ogni anno alcuni alberi muoiono».

La media raggiunge numeri a tre cifre: «In assenza di eventi atmosferici di una certa portata, fisiologicamente vengono abbattuti e sostituiti tra i 100 e i 150 alberi l’anno».

Quando si parla di sostituzioni si intende la piantumazione di piante prelevate dai vivai di sei, sette anni di età. Tenuto conto, però, dei cambiamenti climatici in atto, i tecnici del verde pubblico ci pensano su due volte prima di ricollocare piante a 50 centimetri dalle abitazioni come facevano in passato.

«Non lo facciamo – sottolinea Bernardis – per non creare altri problemi. Dobbiamo iniziare a ragionare sulla possibilità di coesistenza tra gli alberi e i centri abitati». —


 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto