Udine, lo Stellini fa retromarcia: "Ecco il compito di Enrico"

Santoro: «Gli uffici non hanno alcuna richiesta». Disponibile a un incontro Il direttore dell’Ufficio scolastico: «Solidarietà a mamma e papà, procedura diffusa»

UDINE. La bufera mediatica ha sortito il suo effetto. Il preside del liceo classico Stellini ha deciso di consegnare ai genitori di Enrico Negri, il ragazzo di 22 anni scomparso tragicamente nel maggio del 2014, il tema dell’esame di maturità. Giovedì, davanti agli occhi delle telecamere del telegiornale regionale del servizio pubblico, Giuseppe Santoro ha scartato il plico in cui è contenuto il compito di Enrico.

Si conclude così, con il lieto fine, il “caso” della famiglia Negri che ha fatto finire la vicenda dello Stellini sulle pagine dei principali quotidiani nazionali. Dopo la scomparsa del figlio Enrico, Giorgio Negri e Orietta Landi hanno richiesto copia della prova di maturità del giovane alla scuola e a diverse altre istituzioni, ma la loro domanda non è stata accettata.

Così la famiglia Negri ha deciso di rivolgersi al quotidiano “Il Giornale”, il quale ha pubblicato la stessa lettera-denuncia che era stata inviata anche alla scuola. Ma al liceo Stellini di piazza Primo Maggio del documento non vi è traccia.

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A sostenerlo è lo stesso preside che ieri mattina, dopo aver incaricato gli uffici di frugare tra gli archivi e nella cronologia delle mail per cercare la richiesta, ha aperto il plico davanti ai giornalisti Rai, estraendo la busta con all’interno i temi di maturità della terza liceo dell’anno scolastico 2009/2010, prova alla quale Enrico, appassionato di letteratura e con in tasca il sogno della laurea in Giurisprudenza, aveva ottenuto il massimo punteggio di 15/15.

«Dopo aver effettuato le dovute indagini e approfondimenti, ho verificato che, agli atti, non risulta acquisita alcuna istanza d’accesso formalizzata dalla famiglia», afferma il preside Santoro.

«Sono stato informato della spiacevole vicenda che ha colpito la famiglia Negri e l’intero istituto - prosegue il dirigente - anche perché i miei collaboratori hanno avuto Enrico come alunno, ma non ho mai conosciuto i suoi genitori.

Qualche mese fa avevo manifestato la mia apertura a riceverli personalmente per ascoltare le loro esigenze: se avessi avuto modo di stringere loro la mano in quell’occasione, forse, questa spiacevole vicenda, non si sarebbe verificata. Ad ogni modo spero di farlo il prima possibile e in qualsiasi momento».

Tant’è vero che il preside non ha perso tempo e si è già reso disponibile a incontrare i coniugi Negri già oggi, alle 12.30, o domani dalle 8.30, al liceo “Stellini”.

Santoro, che in un primo momento aveva respinto le accuse chiarendo di aver semplicemente applicato le procedure, appellandosi alla legge 241 sull'accesso agli atti amministrativi, era convinto che la famiglia avesse presentato formalmente una richiesta, ma dopo aver setacciato archivi, protocolli e fascicoli, per recuperare la documentazione necessaria a un’eventuale replica, conferma di non aver trovato alcuna prova formale.

E fa marcia indietro: i genitori di Enrico potranno ricevere copia del tema del figlio, alla quale «tengono molto per ragioni di tipo affettivo, comprensibile e giustificabile», coclude Pino Santoro.

A “schierarsi” dalla parte del preside, pur esprimendo rammarico e dispiacere per la famiglia, anche l’Ufficio scolastico regionale che comunica di aver appreso solo nella giornata di giovedì, «con sconcerto e vivo dispiacere, la vicenda segnalata dagli organi di informazione nazionali e locali riguardante la famiglia Negri e la denuncia del mancato accoglimento della richiesta di rilascio di una copia del compito di italiano dell’esame di Stato del proprio figlio».

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Udine 17 Marzo 2015 stellini Copyright Petrussi Foto Press - Turco Massimo

Anche perché, aggiunge il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Fvg, Pietro Biasiol, «si tratta di una procedura assolutamente normale e diffusa, in presenza - come in questo caso - di legittime motivazioni».

Dagli accertamenti svolti, spiega ancora Biasiol, risulta che la famiglia, lo scorso anno, dopo la scomparsa di Enrico, abbia provveduto a ritirare il diploma del figlio mancato, «ma non vi è traccia agli atti della scuola, né nella memoria del dirigente e dei suoi collaboratori, che sia stata presentata richiesta di accesso ai documenti».

La scuola, nel momento della prematura scomparsa del giovane, si era unita al dolore della famiglia, anche partecipando alle esequie. Sembra, in conclusione, che si sia trattato di «una serie di equivoci - osserva Pietro Biasiol - senza difetto da parte della scuola, che rinnova in ogni caso la propria solidarietà alla famiglia».

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