Chiedono il tema del figlio morto, ma la scuola di Udine spiega: non si può

I genitori ne hanno richiesto copia al liceo Stellini dopo la sua prematura scomparsa, ma l’istituto ha spiegato che per accedere a quegli atti i motivi affettivi non bastano
Udine 17 Marzo 2015 stellini Copyright Petrussi Foto Press - Turco Massimo
Udine 17 Marzo 2015 stellini Copyright Petrussi Foto Press - Turco Massimo

UDINE. Giorgio Negri e Orietta Landi sono due genitori che hanno perso tragicamente il proprio figlio Enrico lo scorso anno.

Da allora il loro sogno è solamente uno: avere una copia del tema di maturità di Enrico. Un modo per riaverlo a fianco in quelle parole, in quel testo che fu anche segnalato per la partecipazione a un concorso nazionale.

Una possibilità, però, negata dall’istituto che il ragazzo frequentò brillantemente. «Non possiamo – dicono dal Liceo Ginnasio Jacopo Stellini – perché i motivi affettivi non rientrano nella casistica prevista dalla norma per ottenere la copia di uno scritto di maturità».

L’appello dei due genitori è apparso in questi giorni sulle colonne del quotidiano nazionale “Il Giornale”. Si dicono “disperati” – come si legge nella lettera al direttore – perché non hanno mai ottenuto nessuna risposta dai vari gradi delle istituzioni, «su, su fino al Presidente Renzi».

Giorgio Negri, raggiunto telefonicamente, preferisce non parlare.

Il suo gesto forte, evidentemente, l’ha già fatto dichiarando sulle pagine nazionali tutta la sua amarezza. Ora è venuto il momento del silenzio. Perché nessuno comunque restituirà il suo Enrico.

Nessuno colmerà quella mancanza e sofferenza. Un dolore certamente da rispettare, una risposta, però, da ricercare nelle motivazioni che hanno spinto a questo rifiuto. Ieri al Liceo Stellini quella lettera non è passata inosservata a diversi professori.

Non è passata inosservata sicuramente a Monica De Nardi, che oggi è vicepreside, ma che nel 2010 fu insegnante di Enrico «e di quel ragazzo – dice – e della sua classe ho bellissimi ricordi».

«Enrico – continua con un filo di commozione – lo sogno ancora. Era un ragazzo particolare, bravo». Lei, in cuor suo, quel tema di maturità lo avrebbe consegnato volentieri ai genitori.

Ma c’è una regola da rispettare, a cui tutti devono sottostare. Dove la ragione, va oltre il cuore e i sentimenti.

«Purtroppo penso ci sia stato un errore di comunicazione – spiega – perché i genitori hanno probabilmente mandato delle mail, ma non si sono mai presentati a scuola per avere un colloquio con il dirigente».

E a questo punto arriva la precisazione. «Il tema, trattandosi di un esame di Stato, è all’interno di un pacco che viene confezionato e sigillato con la ceralacca, dopo la chiusura delle commissioni.

Per accedere agli atti bisogna avere delle motivazioni comprese nella norma. Solo allora si possono fare delle fotocopie e solamente dopo aver stilato un verbale davanti a un legale».

«Purtroppo – spiega la vicepreside - i motivi affettivi non rientrano nella casistica prevista dalla normativa per ottenere la copia dello scritto.

Viceversa il ricorso di uno studente che ritiene di non aver ricevuto un voto corrispondente alle proprie potenzialità rappresenta un valido motivo».

Insomma una storia di burocrazia, quella «burocrazia – come hanno concluso nella lettera i genitori - che ha cestinato con arrogante indifferenza il nostro dolore».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:scuola

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto