Udine, primo esame del semestre filtro di Medicina: tre prove in un giorno per centinaia di studenti

Raccolte le testimonianze dei candidati arrivati da tutta la regione e dal Veneto: tra motivazioni personali, difficoltà organizzative e critiche alla nuova formula

Elisa Michellut

Una vocazione, una scelta di vita che ha deciso di portare avanti per aiutare le persone, alcune delle quali le sono molto vicine, che hanno problemi neurologici. Anna Dimitri ha 19 anni, abita a Martignacco e si è diplomata al liceo classico. Da grande vorrebbe diventare un medico specializzato in neurologia. È una delle studentesse che ieri mattina ha affrontato il primo appello d’esame previsto dal semestre filtro per l’accesso al corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia. Tre prove, tutte nella stessa sessione, che gli studenti hanno dovuto affrontare a Udine, in contemporanea con una quarantina di altre sedi universitarie in tutta Italia.

Trentuno quesiti a risposta multipla in 45 minuti per ciascuna prova, con un quarto d’ora di pausa tra un esame e l’altro. «Quella di fare il medico – racconta Anna Dimitri – è una scelta dettata da motivazioni personali. Fin da quando ero piccola ho visto i medici seguire con grande impegno alcune persone a me vicine con problemi neurologici. Ho sempre sognato di poterle aiutare e di riuscire a dare una mano anche a tante altre persone con problemi analoghi. Per quanto riguarda l’esame in questi mesi ho avuto la fortuna di poter assistere alle lezioni in classe e di vivere l’ambiente universitario. Non tutte le regioni hanno avuto questa possibilità. Tanti hanno organizzato le lezioni online».

Simona Catanese, 19 anni, di Cordignano, in provincia di Treviso, ha frequentato il liceo delle Scienze umane. «Secondo me prima era meglio – la testimonianza – Si è parlato tanto di agevolare gli studenti ma alla fine non è stato così. C’è molta disparità anche tra le regioni. C’è chi può seguire le lezioni online e chi, invece, deve frequentare in presenza. Per me che arrivo dalla provincia di Treviso non è stato semplice raggiungere Udine tutti i giorni».

Aurora Zanatta, di Sacile, attende di entrare in aula e non nasconde la comprensibile agitazione. «Speriamo vada tutto bene – dice –. Sono stati mesi impegnativi e ora speriamo di raccogliere i frutti dell’impegno che ci ho messo». Andrea Zamaro e Pietro, 19 anni, entrambi di Udine, raccontano che prepararsi all’esame non è stato semplice. «Ci aspettiamo comprensione da parte del Ministero perché sono stati tre mesi intensi».

Federico Perissinotto, di Cervignano, sogna di diventare un medico fin da quando frequentava le scuole medie. «È la mia strada. Vorrei diventare un bravo ortopedico o un dermatologo. Per quanto riguarda l’esame preferivo la soluzione precedente». Per Matilde Milocco, udinese, diplomata al liceo Stellini, diventare un medico è una vocazione. «Ho sempre desiderato aiutare gli altri. Per quanto riguarda questa formula d’esame presenta alcune criticità e può essere migliorata». Ci sono margini di miglioramento anche secondo Ludovica Tomasin, di Codroipo. «È partita come idea di semestre filtro ed è giusto valutare in base agli esami ma forse era meglio organizzare il tutto con più calma. I professori sono stati costretti a spiegare velocemente gli argomenti».

Gabriele Gregori, di Campoformido, diplomato al Malignani, vuole diventare un chirurgo ortopedico. «Avrei preferito se tutto fosse stato realizzato meno velocemente – le sue parole –. Tre esami da sostenere in un solo giorno sono eccessivi. Abbiamo avuto soltanto 80 giorni per preparaci». Soddisfatto Paolo Lanzetta, coordinatore del corso di laurea in Medicina e Chirurgia. «Uno sforzo notevole da parte di tutto l’Ateneo – commenta –. Organizzare il semestre filtro durante l’estate, identificare l’aula più adeguata e le risorse elettroniche, incluse le registrazioni delle lezioni, non è stato semplice. L’Ateneo ha preso tutto molto seriamente».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto