Udine centro della mobilità europea Si punta al recupero dell’ex Safau

Riportare Udine al centro del sistema europeo della mobilità. È l’obiettivo, ambizioso, che la cabina di regia di FriuliEuropa ha elaborato individuando dieci azioni di intervento da portare avanti anche grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr. Un’opportunità che ha costretto il Comune e l’Università a rivedere il progetto dando priorità alle opere che potrebbero rispondere ai requisiti del Pnrr e alla rigida tempistica imposta dal Governo. L’idea di fondo è semplice: mentre Trieste punta a valorizzare il porto, il Friuli deve sviluppare la logistica con un corridoio per il trasporto delle merci valorizzando l’asse che collega i mari Adriatico e Baltico e non solo. Nel progetto Udine 2050 il primo passo era l’interramento della ferrovia nel tratto compreso tra l’area ex Safau a sudovest e lo scalo ferroviario di via Buttro a sudest. Ma per essere finanziati dal Pnrr i cantieri devono partire entro il 2026, spiega il sindaco Pietro Fontanini, e questo ha costretto a rivedere il progetto.
La squadra
Friuli Europa è stato creato da Comune e Università a luglio. Guidato da Alberto De Toni, professore ordinario di ingegneria economico-gestionale, il gruppo di esperti indicati dai due enti partner (Mauro Pascolini, Giovanni Barillari, Zorro Grattoni, Alessandro Papparotto, Rossano Cattivello, Giovanni Longo, Nicola Baldo e Luca Vittori con l’assistenza organizzativa di Massimo Di Silverio e Lucia Gardisan), ha realizzato una serie di audizioni con Zeno D’Agostino, Elena D’Orlando, Maurizio Maresca, Maurizio Ionico, Sandro Fabbro, Magda Uliana e Lucio Penso elaborando una relazione consegnata a Fontanini e al rettore Roberto Pinton.
La ricognizione
«Il nostro lavoro ha inteso mappare le opportunità che Udine e il contesto ampio in cui è inserito possono cogliere con azioni non solo infrastrutturali, ma anche finanziarii, fiscali, organizzativr dei servizi, energetiche e urbanistiche – ha spiegato De Toni –. Abbiamo proposto una visione di insieme perché il futuro della città è legato allo sviluppo del territorio e il futuro del territorio è legato al ruolo che Udine riuscirà ad avere». Il documento, che sarà presentato al presidente Fedriga, indica dieci azioni per sfruttare la posizione centrale della città nel sistema europeo della mobilità. «Questo è un documento che non vuole alimentari altri esercizi teorici, ma mette a disposizione della politica una lista di azioni che ora può scegliere di approfondire e tradurre in azioni concrete», ha commentato il rettore Pinton.
Gli interventi
Secondo Fontanini «ci sono due livelli territoriali su cui intervenire, consapevoli che il Pnrr impone la cantierabilità delle opere al 2026. I livelli sono Udine e il Friuli. Ci sono progetti da sviluppare su scala cittadina, come il recupero dell’area ex Safau e la rete ferroviaria in accordo con Rfi, e altri che presuppongono che Udine interpreti il ruolo di leader del territorio friulano, con una pianificazione che consenta al Friuli di creare un sistema logistico competitivo, complementare al porto di Trieste. Il sistema Friuli deve dimostrare la maturità e la capacità di capitalizzare il Pnrr. Penso alla velocizzazione della linea ferroviaria Udine-Pordenone-Treviso-Mestre, al raddoppio della linea Udine-Cervignano e alla realizzazione del passante esterno alla stazione di Udine. È evidente – ha concluso il sindaco – che noi proponiamo modelli logistici funzionali, sarebbe drammatico giocare derby territoriali piegando il Pnrr a logiche di piccineria campanilistica». —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto