Udine, blitz all'ex caserma Piave: trovati tredici abusivi

La polizia entra nella vecchia struttura militare di via Lumignacco: c’erano quattro stranieri già allontanati dalla città
ANTEPRIMA Udine 2 Febbraio 2007. Caserma Piave. .copyright Foto Agency Anteprima Udine
ANTEPRIMA Udine 2 Febbraio 2007. Caserma Piave. .copyright Foto Agency Anteprima Udine

UDINE. Blitz della polizia all’ex caserma Piave di via Lumignacco. Gli agenti hanno individuato tredici uomini che avevano cercato rifugio negli edifici abbandonati e fatiscenti, un tempo appartenevano all’esercito.

Tutti sono stati denunciati a piede libero per l’ipotesi di reato di invasione di terreni o edifici e quattro di loro erano già stati allontanati in passato dalla città (a un nordafricano e a un pakistano, infatti, era già stato notificato un foglio di via da Udine) e dall’Italia (un marocchino e un tunisino sono stati anche indagati per violazione dei provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale).

Il controllo è stato disposto dopo diverse segnalazioni che passanti e residenti hanno fatto giungere negli uffici della polizia.

I cittadini parlavano, in particolare, di movimenti sospetti e di un continuo viavai di persone. Alle verifiche ha preso parte il personale della questura udinese (Squadra volante e Ufficio immigrazione), del Reparto prevenzione crimine di Padova e della polizia locale del Friuli Centrale.

Gli agenti hanno constatato che le tredici persone si erano organizzate con materassi, coperte, fornelletti e tutto il necessario per dormire e preparare qualcosa da mangiare.

La stessa cosa che, circa tre anni fa, avevano fatto oltre una ventina di romeni – quasi tutti all’epoca, secondo quanto era emerso dagli accertamenti, chiedevano l’elemosina nel capoluogo friulano o nell’hinterland – che poi erano stati allontanati dalla struttura principalmente per motivi di sicurezza. Anche in quell’occasione si era reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine.

Successivamente nell’area, come spiegano in questura, erano stati effettuati alcuni interventi di messa in sicurezza, anche demolizioni di tetti pericolanti e riparazione delle recinzioni. Solo nelle ultime settimane è stato nuovamente notato un viavai di individui.

Secondo i controlli effettuati dagli agenti, la maggioranza dei tredici uomini rintracciati ieri è composta da stranieri che si sono visti revocare l’accoglienza dopo aver tenuto comportamenti che le autorità hanno ritenuto non consoni.

Altri, invece, hanno spiegato di non voler sottostare alle regole che vigono nelle strutture ricettive e altri ancora hanno semplicemente terminato il percorso di accoglienza.

«L’attenzione delle forze dell’ordine sulle nostre aree dismesse – commenta l’assessore con delega all’Inclusione sociale Antonella Nonino – è sempre massima e, anche questa volta, la risposta della polizia alle segnalazioni dei cittadini è stata immediata.

È importante identificare le persone che cercano riparo in queste palazzine per capire se sono uomini che non hanno ancora potuto accedere ai servizi o se, invece, non hanno alcun titolo per farlo. In quest’ultimo caso, allora, resta solo l’azione della forza pubblica.

In ogni caso – conclude – faremo di nuovo gli interventi di messa in sicurezza nella speranza che possano essere avviati al più presto lavori per il recupero definitivo del complesso di via Lumignacco».

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