Ucciso nel parcheggio, gli ultimi messaggi della vittima e il falso alibi creato dall’assassino

FONTANAFREDDA. «Ero via con degli amici». Il falso alibi confezionato dal killer per gli inquirenti è stato sgretolato dal certosino esame di video e tabulati effettuato dai carabinieri. È così che i detective del Reparto operativo e dell’aliquota operativa di Sacile hanno incastrato l’assassino di Alessandro Coltro.
Gli investigatori dell’Arma, coordinati dal pm Monica Carraturo e dal procuratore Raffele Tito, hanno concentrato fin dall’inizio la loro attenzione su Marius Lucian Haprian, 48 anni, cittadino romeno domiciliato a Fontanafredda, pizzaiolo di professione e scultore di figure lignee per passione.
I carabinieri hanno visionato migliaia di ore di filmati più volte: le telecamere del Sorelle Ramonda, del Bingo, del benzinaio di fronte, di tutte le attività in un raggio di 800 metri di parcheggio.
Finché non hanno individuato la Citroen C3 azzurra a bordo della quale Haprian si è fatto accompagnare al parcheggio. Al volante c’era Cricerca Garcia, la sua datrice di lavoro, che è stata immortalata mentre entrava e usciva dal centro commerciale.
A destare l’attenzione dell’Arma, sono stati gli ultimi messaggi di Alessandro Coltro. I detective li hanno trovati nel cellulare della vittima, lasciato a bordo della Kia Cee’d.
Si è appreso o che in quel lunedì fatale Alessandro e Haprian si sono sentiti in varie occasioni, al telefono e via messaggio, probabilmente per definire i dettagli dell’appuntamento al parcheggio. Prima si sono incontrati due volte, la mattina e anche al pomeriggio, dopo le 16, quando Coltro ha salutato gli amici all’Osteria 77 di Sacile spiegando di avere «un appuntamento di lavoro».
È proprio con l’assassino che l’artigiano sacilese, trasferitosi a Nave di Fontanafredda, ha scambiato le sue ultime parole su whatsapp, intorno alle 19 lunedì 24 settembre, mezz’ora prima di essere ucciso nella radura a tre metri dal piazzale del Bingo.
Coltro gli segnalava di trovarsi al Caffé 86 vicino al supermercato Bingo e di essere pronto per lo scambio. Da qui l’ipotesi dell’appuntamento fatale con il killer. A quei messaggi, però, Haprian ha risposto soltanto dopo il delitto. «Avevo lasciato il telefono a casa», ha raccontato durante l’interrogatorio.
«Quando li ho visti ho scritto sono via con amici, per depistare le indagini», ha aggiunto il 48enne romeno domenica sera.
In effetti la prima volta che è stato sentito in caserma, come persona informata sui fatti, Haprian ha asserito di non essere mai andato all’appuntamento con Coltro lunedì sera, ma di essere andato a mangiare al Burger King di Pordenone con la sua datrice di lavoro Cricerca Garcia, 33 anni, il marito di lei Dino Del Tedesco, 56 anni, e la sorella minore Cesarina Garcia, peraltro arrivata con un visto turistico dalla Repubblica dominicana lo scorso luglio.
Gli inquirenti ritengono che Haprian abbia persuaso, anche con un fare intimidatorio, i tre conoscenti, ignari ed estranei all’omicidio, a confermare il suo alibi. Per questa ragione si sono ritrovati coinvolti nell’inchiesta. I carabinieri del Reparto operativo hanno appurato che la cena nel fast food c’è stata, ma dopo il delitto.
Dopo la morte di Alessandro, Haprian era pronto a rifarsi una vita a Londra. Si sarebbe imbarcato domenica alle 6 dallo scalo di Venezia, aveva già contattato via mail il nuovo datore di lavoro e si era dimesso dal posto al ristorantino Palo Alto di Porcia. Ai carabinieri aveva raccontato, in tempi non sospetti, quando era stato sentito la prima volta, di aver deciso da tempo la partenza, «perché non era contento della situazione».
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