Ucciso nel parcheggio, fermato l’assassino: stava per fuggire all'estero

L’uomo, un 48enne di origine romena e residente a Budoia, ha confessato l’omicidio di Alessandro Coltro avvenuto a Fontanafredda
Lucian Marius Haprian, l’uomo che ha confessato. Accanto, la pistola usata per l’omicidio
Lucian Marius Haprian, l’uomo che ha confessato. Accanto, la pistola usata per l’omicidio

PORDENONE. Un cittadino di nazionalità romena di 48 anni, residente a Budoia, Lucian Marius Haprian, è stato fermato per l’omicidio di Alessandro Coltro, assassinato alla fine di settembre nei pressi del parcheggio di un centro commerciale a Fontanafredda.

Lucian Marius Haprian, l’uomo che ha confessato. Accanto, la pistola usata per l’omicidio
Lucian Marius Haprian, l’uomo che ha confessato. Accanto, la pistola usata per l’omicidio

L’uomo, da quanto si è appreso, ha confessato. Avrebbe ucciso Coltro attirandolo con un pretesto nel parcheggio. Voleva rapinarlo perchè aveva bisogno di soldi. Sarebbe anche stata recuperata l'arma, una pistola calibro 22.

Secondo le prime indiscrezioni, gli investigatori non escluderebbero che nell' omicidio siano coinvolte anche altre persone, complici del presunto assassino. Quest'ultimo avrebbe anche spiegato il movente dell'omicidio: come anticipato, una rapina finita male. La vittima, infatti, aveva con sé 15 mila euro in contanti, che gli sono stati sottratti.

«Siamo dovuti intervenire perché il presunto omicida aveva in tasca un biglietto aereo per Londra e sarebbe partito domenica». Lo ha precisato il procuratore di Pordenone, Raffaele Tito, sottolineando che Lucian Marius Haprian è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria e gli sono stati contestati i reati di rapina, porto d'arma da fuoco e omicidio.

«Ci sono ancora alcuni dettagli da chiarire ma autore è lui, ha agito da solo, senza complici, ma occorre capire la provenienza della pistola», ha proseguito il procuratore. Il presunto assassino, da molti anni in Italia, lavorava in un bar pizzeria in provincia di Pordenone, dove abitava, da alcuni anni. Non è pregiudicato.

Se è stato stabilito che il movente è la rapina, non sono ancora chiari alcuni aspetti: «La vittima aveva 15 mila euro con sé perché doveva incontrare l'omicida», ha sottolineato il procuratore, ma sembra che Coltro abbia portato quei soldi per scambiarli con altri soldi - banconote di taglio differente - mentre il presunto omicida ha riferito che avrebbe dovuto incassare il denaro in cambio di alcuni orologi Rolex. Orologi, però, che non possedeva.

«Sono molto soddisfatto - ha concluso il procuratore Tito - c'è stata una grande sinergia con i carabinieri, è stato molto bravo il sostituto. Insomma, c'è stato un gran lavoro di squadra».

I carabinieri hanno interrogato anche altre persone che avrebbero reso dichiarazioni rivelatesi false e che dunque avrebbero ritrattato nel corso di successivi interrogatori, svolti sabato 6 ottobre in caserma.

L'allarme per l'assenza della vittima era scattato quando non era andato a prendere la figlia, come faceva ogni martedì, essendo ritenuto persona metodica e amorevole nei confronti della ragazzina. Dai primi giri di interrogatori la figura della vittima era emersa come persona altruista e disponibile, che non aveva mai avuto problemi con la legge.

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