Turismo, l'estate più nera di Lignano

LIGNANO. Crisi e maltempo. Un binomio micidiale. Un binomio che sta mettendo in ginocchio la stagione turistica a Lignano. Si stima che quest’anno le presenze abbiano subito un calo almeno del 20 per cento. È un colpo duro, durissimo per la città. È un periodo difficile per tutti, si sa. In Italia ma anche all’estero. I turisti che una volta si fermavano cinque settimane in appartamento ora ne trascorrono al massimo una. Si prenota all’ultimo negli hotel e se il meteo non promette nulla di buono si sta a casa.
Già, il tempo. È un’estate che non vuole decidersi a partire. Ogni giornata di pioggia - inutile negarlo - è una giornata persa per Lignano e per gran parte delle sue attività. E di giornate così quest’anno ce ne sono state troppe. Spiagge deserte, ombrelloni chiusi, locali che non fanno il pienone.
C’è poi la crisi che colpisce in modo trasversale alberghi, appartamenti così come i commercianti. E la si avverte quotidianamente. «Sicuramente il calo c’è – spiega Renato Belanger dell’omonima agenzia immobiliare di Pineta -, pure il forfait era diventato difficile da gestire, noi quest’anno abbiamo preferito non avere più gli appartamenti vecchi e che non vengono ristrutturati da tempo. Ormai la tendenza dei turisti è quella di fare una settimana, non di più. All’appello mancano i friulani sicuramente, per fortuna abbiamo diversi veneti e lombardi».
Le prenotazioni per agosto sono già arrivate. E anche qui i dati non sono incoraggianti. «Reggono nel periodo di Ferragosto – conclude Belanger – ma siamo comunque in calo rispetto allo scorso anno». È difficile, insomma, avere fiducia. All’agenzia Teghil, in via Carnia, si è avvertito un calo delle prenotazioni sopratutto nelle prime due settimane di luglio.
«Sì – confermano – soprattutto nella prima metà del mese ne abbiamo avuto di meno rispetto lo scorso anno, poi una ripresa c’è stata e anche per agosto ne stiamo ricevendo diverse, a parte nella settimana dal 16 al 23. Ormai le due settimane di vacanza non le fa più nessuno e purtroppo quest’estate a causa del brutto tempo molti ospiti anticipano la partenza anche di due o tre giorni».
Non vuole sbilanciarsi sui dati, ma conferma il trend negativo anche la Confcommercio lignanese. «Il calo c’è ed è evidente – spiega il presidente Enrico Bocus – ma non possiamo generalizzare anche perchè comunque bisogna tenere in considerazione pure il fatturato finale delle singole attività. Sicuramente la crisi si sta facendo sentire». Ci sono gli alberghi poi. E anche qui, inutile dirlo, la crisi pesa. Chi, negli anni, ha saputo fidelizzare la clientela ora raccoglie i frutti del proprio lavoro.
«Per quanto ci riguarda – spiega Marco Vaccari dell’hotel Fra i Pini – abbiamo dei clienti gran parte stranieri che ritornano da anni ormai e questo ci consente di non avvertire così pesantemente questo periodo di difficoltà. I nuovi arrivi invece stentano. Ormai la media di permanenza sono tre giorni e sicuramente questo tempo sfavorevole non aiuta nessuno». Lignano insomma fatica soprattutto nell’attrarre nuovi turisti. Lo vedi nei parcheggi vuoti durante la settimana, negli appartamenti chiusi, nei ristoranti che non sono pieni e, come riferiscono alcuni commercianti, negli incassi giornalieri che rispetto allo scorso anno si sono ridotti di parecchie centinaia di euro.
La gente passeggia in centro, ma sono pochi quelli che acquistano. C’è poi l’altro aspetto, quello del fine settimana. Con il tutto esaurito – se c’è il sole – in spiaggia e le file fuori dalle pizzerie. Forse però non basta più. In quarant’anni Lignano ha perso tre milioni di presenze. Il picco fu nel 1973 quando si superarono i 6 milioni. Quest’anno c’è il forte rischio di scendere sotto i tre. Sarebbe troppo. C’è chi si augurava una ripresa nel 2014, chi invece sperava di registrare almeno i numeri del 2013. Speranze vane, per ora.
Non resta che rimboccarsi le maniche, dicono in molti. E avere la giusta attenzione, come ci tiene a sottolineare l’imprenditore Sergio Vacondio, «nel proporre il prodotto e il servizio turistico nel giusto rapporto qualità prezzo». La strada da seguire c’è. Ma forse, per questa stagione, pare essere ormai troppo tardi.
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