«Mai visto niente del genere...»
LIGNANO Un’estate così non se la ricorda. «Questa è la peggiore stagione da 50 anni a questa parte». Lo dice chi alla città ha dato tanto in termini di investimenti e di parchi tematici all’avanguardia. Una lettura «realistica» quella del vice presidente della Lignano Sabbiadoro Gestioni Sergio Vacondio.
Non si può, del resto, volgere lo sguardo da un’altra parte, non si può fare finta di niente. «La combinazione della crisi economica generale e del meteo sfavorevole – spiega – ci sta veramente danneggiando, però non si può semplicemente sperare che il prossimo anno tutto si sistemerà perchè questa non è una crisi di passaggio ma ci vorrà molto tempo prima che venga superata».
Lignano non può fermarsi e assistere immobile a un calo delle presenze che stagione dopo stagione si fa sempre più netto No, deve reagire.
«Bisogna rimboccarsi le maniche – continua Vacondio – e puntare sulla professionalità. Non solo, è necessario che vi sia il giusto rapporto tra la qualità del servizio che noi diamo ai nostri ospiti e il costo. Si deve ripartire da qui, altrimenti continueremo a perdere turisti».
Una crisi che non riguarda solo Lignnao ma anche tutte le altre località balneari della riviera adriatica e pure la Croazia anche se forse in maniera minore. Una crisi generalizzata che allarma gli operatori.
Perchè c’è il personale da pagare, senza contare le tasse o l’affitto della propria attività. Il rischio è quello di non starci più dentro.
La preoccupazione la si avverte in città. Sopratutto quando il bel tempo non vuole stabilizzarsi, quando le temperature sono quelle fine settembre e la pioggia non smette di cadere. C’è dell’altro.
«Va fatto anche un altro tipo di ragionamento – aggiunge Vacondio –, a differenza di una volta, si sono moltiplicate le iniziative che vengono fatte nei singoli Comuni le quali voglia o no ci fanno concorrenza e il mare non è più una prerogativa dell’estate, se si vuole basta un volo aereo e lo si può godere anche nei mesi invernali. Appurato questo Lignano deve rimboccarsi le maniche e lavorare ancora di più». (v.z.)
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