Truffa dei diamanti, tra gli indagati spunta il nome di un friulano

La Procura di Milano ha notificato l’avviso di garanzia anche a Pietro Gaspardo, responsabile marketing del Banco Bpm
Un ingresso della sede centrale della Banca Popolare di Milano in una foto di archivio. ANSA/ BAZZI
Un ingresso della sede centrale della Banca Popolare di Milano in una foto di archivio. ANSA/ BAZZI

Le banche sapevano e, se da un lato non avrebbero fatto niente per impedire il raggiro dei propri clienti, dall’altro ne avrebbero tratto a propria volta vantaggio, in termini di investimenti e, forse, anche benefit e viaggi. Ecco perchè, nel tirare le somme di due anni di attività investigativa sulla presunta truffa dei diamanti, la Procura di Milano ha puntato l’indice anche verso i vertici degli istituti di credito.

 

Lo tsunami si è abbattuto nelle scorse ore, con la notifica dei decreti di sequestro per centinaia di milioni di euro e degli avvisi di garanzia. E a rimanere coinvolto è stato anche un bancario di punta friulano: Pietro Gaspardo, di Dignano, responsabile Pianificazione e marketing del Banco Bpm.. L’indagine, che è coordinata dal procuratore aggiunto Riccardo Targetti e dal sostituto Grazia Colacicco, riguarda fatti avvenuti tra il 2012 e il 2016. Quando due società - la Intermarket Diamond Business spa (Idb, nel frattempo fallita) e la Diamond Private Investment spa (Dpi) - avrebbero venduto diamanti attraverso l’intermediazione degli sportelli bancari, come forma di investimento sicuro da speculazioni e oscillazioni di mercato, ma a un prezzo molto superiore rispetto al loro reale valore.

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Da qui, le ipotesi di reato di truffa aggravata e autoriciclaggio sulla vendita di diamanti, attraverso i canali bancari a costi, appunto, gonfiati rispetto alle quotazioni di mercato. Oltre a tutta una serie di altre ipotesi, tra cui la corruzione tra privati e il reimpiego di capitali di provenienza illecita. E da qui, anche, il sequestro preventivo per oltre 700 milioni di euro, a firma del gip Natalia Imarisio, eseguito dalla Guardia di finanza a carico delle due società, di cinque banche e di sette della settantina complessiva di persone al momento indagate.

In cima all’elenco, per quanto riguarda Bpm, il direttore generale Maurizio Faroni, cui si contesta pure l’ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza. Tra i big, oltre al friulano Gaspardo, l’ex direttore generale di Banca Aletti, Maurizio Zancanaro, e l’ex dirigente di Bpm Andrea Mencarini. Secondo gli inquirenti, i direttori e i consulenti finanziari avrebbero avuto un ruolo attivo nel proporre ai clienti gli investimenti presentandoli in modo «parziale, ingannevole e fuorviante». In Friuli Venezia Giulia, stando a una prima stima di Barbara Puschiasis, presidente dell’associazione Consumatori Attivi, i clienti truffati sarebbero stati un migliaio. Il nucleo di polizia economico finanziaria di Milano ha proceduto con il sequestro diretto per 149 milioni di euro alla Idb, 165 alla Dpi, 83 al Banco Bpm - Banca Aletti, 32 a Unicredit, 11 a Banca Intesa e 35 a Mps.

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