Tra il personale dieci positivi su 17: asilo chiuso per Covid, riaprirà dopo le feste

UDINE. Chiuso per Covid, si rientra in classe dopo le vacanze di Natale. Il contagio ha portato alla chiusura totale di un asilo anche a Udine: è toccato al “Monsignor Domenico Cattarossi”, di via Stuparich, una laterale di viale Venezia, chiuso ormai dal 9 dicembre a causa della diffusione improvvisa del contagio tra il personale dell’asilo. Dieci su diciassette sono risultati positivi.



Il Dipartimento di prevenzione ha disposto la quarantena per tutti i bimbi che frequentano le tre sezioni delle materne e le due sezioni di asilo del Cattarossi. È terminata giovedì 17. Per la ripresa delle attività dell’asilo, però, si dovrà aspettare fino a dopo le vacanze delle festività natalizie: i tempi tecnici per la conferma della negativizzazione del personale risultato positivo e il via libera per rientrare in servizio non consentono di riprendere prima.

Il presidente della cooperativa sociale che gestisce l’asilo, Emiliano Raddi, spiega come il contagio «si sia diffuso in maniera veramente repentina. Ci stiamo confrontando con il Dipartimento di prevenzione, che per il momento non ci ha contestato problemi nella gestione dei nostri protocolli Covid – continua –. Il Dipartimento era già venuto a fare un’ispezione, tempo fa, a seguito della positività riscontrata in un bimbo e non aveva rilevato nulla che non andasse. Allora avevamo dovuto chiudere una sezione per un giorno solo perché il bimbo era già assente da un po’».



Anche all’asilo “Cattarossi”, il protocollo Covid ha previsto la creazione di “bolle” nelle varie sezioni, ingressi e uscite scaglionate, il limitare l’accesso dei genitori ai locali della scuola, sanificazioni e areazione dei locali.

Anche il momento del pasto avviene nel rispetto del distanziamento tra i bimbi: alcuni mangiano in mensa, altri nelle classi. Ancora non è chiaro esattamente che cosa abbia portato alla diffusione così capillare del contagio all’interno della scuola.

«Un’ipotesi su cui ci siamo confrontati con il Dipartimento di prevenzione – riferisce Raddi – è che il Covid si sia diffuso in questo modo a causa dell’effetto congiunto di due fattori: i bambini sono per lo più asintomatici e nella fascia d’età 0-6 non vige l’obbligo di mascherina.

Il nostro personale ovviamente la indossa sempre. Il problema è che le mascherine chirurgiche non proteggono chi le indossa, servono a proteggere gli altri. In questa fase di alta circolazione del virus – continua – è possibile che ci fossero dei bambini asintomatici a scuola che hanno contagiato gli operatori. Ovviamente questa è solo un’ipotesi: ai bimbi non è stato prescritto il tampone, solo la quarantena. Non abbiamo notizie di positività».

Da qui la possibile novità. «Il Dipartimento ci ha consigliato ora di iniziare a usare le mascherine Ffp2 invece delle chirurgiche – conclude Raddi –: lo stiamo valutando. Per fortuna ora tutti coloro che erano risultati positivi si sono rimessi in forze». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Argomenti:coronavirus

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto