Tornano a crescere i positivi in Friuli ma la curva dei dati racconta una situazione diversa: "Lontani dai mesi critici"

UDINE. Le curve che fotografano l’evoluzione dei contagi sono tutte in crescita, ma proprio dai numeri si ricavano indicazioni preziose per capire quali strade devono essere battute in questa nuova guerra contro il Covid.
«Rispetto a questa primavera i positivi vengono individuati prima e tutto ciò consente di circoscrivere parte dell’effetto del virus – commenta il professor Vincenzo Della Mea, docente di Informatica medica del dipartimento di Scienze matematiche, informatiche e fisiche dell’università di Udine – . Trovare presto un positivo consente di curarlo subito e di limitare i contagi. Ecco perché adesso ci sono pochi casi gravi. La situazione delle terapie intensive è per fortuna completamente diversa da quella drammatica di questa primavera».
Ora la sanità regionale e quella di tutto il paese sono in grado di mettere in campo un buon sistema di tracciamento e in questa strategia è fondamentale il ruolo giocato dal numero elevato di tamponi eseguiti.
Il professor Della Mea snocciola qualche dato per inquadrare meglio questo concetto: «Nella settimana del 19 aprile, quando in Friuli Venezia Giulia la situazione era al culmine della sua gravità, furono eseguiti 14.634 tamponi e vennero trovati 314 positivi, pari dunque al 2,15 per cento dei casi testati. Ben diversa la situazione oggi: i tamponi nell’ultima settimana sono stati molto di più, ossia 22.481. I nuovi malati sono 282, ossia l’1,2 per cento».
CORONAVIRUS E SCUOLA
Questi numeri fanno capire come sia aumentato lo sforzo del sistema sanitario regionale nell’eseguire i tamponi e perseguire un tracciamento il più possibile completo (individuando tutte le persone che sono state a contatto con un nuovo contagiato). Ed è anche confortante vedere come – a fronte di un numero molto più alto di tamponi – i positivi siano molto inferiori rispetto ad aprile.
«Guardando a un immediato futuro – sottolinea Della Mea – direi che serviranno sempre più risorse da dedicare al tracciamento». Dal numero di persone da impiegare nell’esecuzione dei test a quelle da utilizzare nelle successive analisi di laboratorio per l’elaborazione dei risultati. Dal reperimento dei kit alla disponibilità dei reagenti.
PER APPROFONDIRE:
«Stiamo ostacolando un andamento in crescita – dice il professore – , la malattia gira. L’attenzione deve essere alta. Mi sento di dire che i protocolli nelle scuole stanno funzionando. Le regole funzionano e tutto sommato i casi sono molto pochi e quasi sempre dovuti a infezioni avvenute all’esterno dell’istituto scolastico».
«Direi che la nuova crescita dei contagi è dovuta soprattutto al fatto che ora si sta più al chiuso rispetto a quanto facevamo questa estate – prosegue il docente – , che c’è più umidità, che fa più freddo».
Nei grafici quotidianamente aggiornati dal docente universitario, l’evoluzione del virus viene descritta da più angolazioni. In quello che pubblichiamo in questa pagina vengono messe a confronto tutte le settimane da marzo a oggi. Negli istogrammi contraddistinti dal colore rosso si nota il picco avvenuto tra fine marzo e inizio aprile (in pieno lockdown) con circa 600 positivi a settimana. Negli ultimi sette giorni, i contagi sono stati 282.
Spicca anche l’impennata nel numero dei tamponi eseguiti: a partire da metà agosto la linea blu è cresciuta esponenzialmente e dai circa 15 mila test a settimana si è passati agli attuali 22.481.
Restano fortunatamente bassissimi i numeri dei ricoverati nelle terapie intensive e quelli delle persone decedute, vero “termometro” della gravità dell’epidemia.
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