Tabaccaio, barista e ristoratore: Premariacco e Udine piangono l'81enne Adelmi

Era andato al pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia il 2 novembre per alcuni sintomi sospetti. Il 3 è stato accolto in Terapia intensiva. «E non è più tornato, ci hanno avvisato della sua scomparsa con una telefonata», dice la figlia affranta

UDINE. Il coronavirus si è portato via anche Adelmi Paoloni, ottantun’anni, conosciutissimo in città e nel Cividalese per i tanti anni trascorsi dietro un bancone, prima di una pizzeria e di un tabacchino e, dopo, del bar di viale Tricesimo, quello vicino alla sede dell’Acu, l’Automobil club udinese. Ma Paoloni era conosciuto anche per il suo grande impegno al fianco della Caritas: era stato volontario sia del Centro di ascolto sia del punto di distribuzione del vestiario.

Originario di Orsaria di Premariacco, Adelmi Paoloni abitava a Udine, nel quartiere di San Rocco e, come racconta la figlia Stefania, era «persona generosa». Per lui venivano sempre prima gli altri. In questa difficile situazione creata dall’epidemia, cercava di sdrammatizzare. «Diceva spesso – riferiscono i suoi cari – che un eventuale contagio avrebbe potuto essergli fatale». E così purtroppo è stato.

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Era andato al pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia il 2 novembre per alcuni sintomi sospetti. Il 3 è stato accolto in Terapia intensiva. «E non è più tornato, ci hanno avvisato della sua scomparsa con una telefonata – dice la figlia affranta – e questo è uno degli aspetti più duri e più tristi di questa emergenza. Mio padre era un uomo di poche parole e di tanti fatti. Dava importanza soltanto alle cose che veramente ne avevano. Se n’è andato così, all’improvviso, senza “salutare”, ma ci ha lasciato un patrimonio di ricordi e di valori, rimarrà sempre nei nostri cuori e in quelli delle tante persone cui ha saputo stare accanto».

Negli anni settanta Adelmi Paoloni ha gestito la pizzeria “Al cervo d’oro” di Borgo San Pietro, a Cividale. Successivamente si è impegnato nel capoluogo friulano mandando avanti un tabacchino nella zona di viale Tricesimo, per poi unire a tale attività, come detto, quella del bar accanto all’Automobil club in cui era sempre presente insieme alla moglie Pierina, mancata sedici anni fa, nel 2004.

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Anche Annarita De Nardo, referente del Centro di ascolto diocesano “Servizio emergenze della Caritas” gli dedica un ricordo: «Era una persona mite, molto disponibile e generosa con tutti. Ha lavorato in modo silenzioso, dando sempre un importante supporto per molti anni».

Adelmi Paoloni lascia, oltre alla figlia Stefania con il marito Federico, le due adorate nipoti e il fratello, don Luigi Paoloni, parroco di San Giovanni al Natisone. Non è ancora stato possibile definire la data dei funerali.


 

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